«Arcisate-Stabio, che soddisfazione»

Il vicepresidente della Provincia: abbiamo lavorato bene quattro anni per il territorio, ecco i frutti

La pagina di appunti che ha riempito non è stato inchiostro buttato via. Al termine di quelle annotazioni il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, a Varese con Regione e Provincia, stacca di fatto l’assegno con il finanziamento per la Arcisate-Stabio.

Chiede ragguagli, segue le spiegazioni che, con l’aiuto di una carta, gli forniscono De Wolf, Baroni, lo stesso presidente della Provincia, Reguzzoni, l’assessore regionale alle infrastrutture, Cattaneo.

«Riconosco che si è comportato da uomo pragmatico. E questo non può che farmi piacere. La sua concretezza premia il nostro impegno. L’Arcisate-Stabio l’abbiamo portata a casa, mi pare…»

Sorride sotto i baffi Giorgio De Wolf, vicepresidente della Provincia che si è battuto per quei sei chilometri di ferrovia sin dal momento del suo insediamento a Villa Recalcati, quattro anni e mezzo fa. «Sono soddisfatto perché le parole del ministro rappresentano per noi il coronamento dell’impegno per dare finalmente il via ai lavori, dell’impegno per raggiungere una soluzione concordata con gli enti locali, dell’impegno per realizzare un’opera centrale nel quadro dei collegamenti da nord verso Malpensa e fra le tre principali città del triangolo insubrico, Varese-Lugano e Como. Soddisfatto – prosegue De Wolf – perché si raggiungono risultati e vantaggi per la stessa economia varesina che si apre maggiormente verso nord a costi risibili rispetto alle grandi opere di cui si parla».

Il rapporto costi benefici è in effetti lì da vedere. «Duecento milioni – sottolinea De Wolf – duecento milioni di euro – ripete – per creare lo snodo tra l’alta velocità svizzera e la nostra rete. Un’opera fattibile e in tempi brevi che non dissangua le casse del Ministeroe che, elemento certo non trascurabile, gioca a vantaggio del progetto di stazione unica a Varese».

Lo ha capito bene Di Pietro che, dopo essersi informato (e un po’ meravigliato: «Non avete un collegamento ferroviario fra Varese e Como»? «Non c’è più da quarant’anni» gli hanno spiegato) ha promesso due cose: scrivere a Moritz Leuenberger (il suo omologo nel governo elvetico) per rassicurare che l’Italia non ha dimenticato la Arcisate-Stabio e che, anzi, la considera strategica e, secondo, ha garantito di reperire  i 200 milioni che servono per finanziare la parte italiana di lavori («in qualche modo li tireremo fuori, ci sono quei 700 milioni che vi ho dato…» ricorda al vertice di Rfi).

«Sì, oggi posso dirmi soddisfatto anche se altre opere attendono un sostegno finanziario dal Governo, da Anas, da Rete ferroviaria. Ma cominciamo a guardare la parte mezza piena del bicchiere – ammonisce De Wolf – sulla Arcisate-Stabio abbiamo chiuso e bene». Un risultato che «premia un impegno di molti: Giuseppe Zamberletti, tanto per cominciare che ha sostenuto la strategicità di questo collegamento quando non esisteva nemmeno la Regio Insubrica e quando la frontiera svizzera era davvero una linea di confine e la collaborazione transfrontaliera era ancora di là da venire. Un risultato che premia l’attenzione di Raffaele Cattaneo per i problemi della Provincia di Varese. E, permettetemelo, un risultato che premia il lavoro della Provincia che in questi anni non ha mai mancato un solo appuntamento per dare il proprio concreto sostegno al progetto. Se poi sul piatto della bilancia ci mettiamo anche la conferma del finanziamento per la Saronno-Seregno, mi pare che si abbia un motivo in più per essere soddisfatti degli anni spesi in sollecitazioni, in prese di posizione, talvolta anche polemiche e “forti”».

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Pubblicato il 19 Dicembre 2006
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