Arriva l’albergo ecotecnologico
Nasce a Varese Art Hotel: a gestirlo la famiglia Lorenzini
Forse è la quintessenza della varesinità, forse poteva nascere solo da non varesini. Fatto sta che una villa del Settecento, perfettamente equidistante dal centro storico e dalle ville Panza e Ponti, immersa in 5000 metri quadri di giardino che rendono luogo di totale relax persino il trafficato viale Aguggiari è diventata una realtà alberghiera dopo anni di abbandono.
Ma questo non basterebbe a spiegare caratteristiche e particolarità dell’Art Hotel, di proprietà della famiglia Lorenzini (quella del famosissimo ristorante albergo “Bologna”) emiliani di stirpe, a Varese da sempre.
Un albergo che declina in maniera diversa l’ospitalità: soprattutto l’ospitalità varesina, ma anche l’ospitalità in generale. Inanzitutto, per come è stato costruito: «Si è trattato di un vero e proprio restauro – spiega Luciano Marè, l’architetto che ha curato la ristrutturazione, responsabile anche del restauro dei musei civici di villa Mirabello – che ha conservato persino le porte originali, oltre agli intonaci della casa e ovviamente tutte le strutture portanti» In ossequio alla natura monumentale della casa, che è dei primi del ‘700. Un restauro però, che ha voluto tener conto di tutte le nuove tendenze, sia ecologiche che tecnologiche: «Tutti gli intonaci e le vernici sono naturali, i materiali usati sono di bioarchitettura, è stato tutto predisposto per un futuro impianto fotovoltaico, ha un isolamento in sughero di spessore doppio rispetto al normale, cosa che permette tra l’altro di risparmiare energia, ed esiste persino una cisterna per 25.000 litri di acqua piovana da utilizzare per alimentare gli sciacquoni – spiega Marè – Dal punto di vista tecnologico invece, internet è in modalità WiFi in tutta la zona di soggiorno, mentre nelle camere c’è il cablaggio a filo, per non turbare il sonno degli ospiti con onde indesiderate. Le stanze si aprono e si accendono con card e la cassaforte, in dotazone in ogni stanza, è pensata per il computer: tant’è vero che ha una presa interna per ricaricarlo».
Attento a tutti i particolari costruttivi, l’albergo si ripropone – e c’è da crederci, vista la fama dei Lorenzini – di essere attento anche a "coccolare" il cliente. «Abbiamo eliminato il bancone della reception, i nostri clienti vengono accolti direttamente in una specie di salotto: è il terzo in tutta Italia ad essere utilizzato così. E oltre le 26 camere sono compresi anche due veri appartamentini, compreso un angolo cottura – spiega Paola Trotti, madre di Andrea Lorenzini, e impegnata nella gestione dell’hotel con lui, che rappresenta la quarta generazione degli storici albergatori – da noi poi non si paga niente a parte: ne Sky, nè il frigo bar, nè internet. Cioè si fa come se si fosse a casa».
ArtHotel, già aperto nella sua formula bed and breakfast lunedì scorso, da lunedì diventerà anche luogo di colazioni aperto a tutti: e c’è da scommetterci che, per ambientazione e posizione, diventerà ben presto il must per il brunch della domenica mattina.
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