Budapest 1956, successo per la mostra fotografica

Una rievocazione centrata sul tema della speranza e della vita quella affidata alle foto dell'austriaco Erich Lessing

E’ stata inaugurata ieri sera la mostra fotografica “Budapest 1956. La rivoluzione”, che resterà allestita a palazzo Cicogna fino al 20 dicembre con i consueti orari di apertura del museo (da martedì a sabato: 15.00-19.00 – domenica : 10.00-12.00, 16.00 – 19.00).

Il folto pubblico presente ha partecipato con vivo interesse alla prima visita guidata, condotta dal curatore Sandro Chierici e dall’assessore alla Cultura Claudio Fantinati.
Si ricorda che la rassegna documenta, attraverso un centinaio di immagini realizzate dal fotografo austriaco Erich Lessing, uno degli eventi che ha segnato maggiormente la storia europea degli anni ’50, la ribellione del popolo ungherese all’occupazione sovietica nell’ottobre 1956 e la dura repressione che ne seguì.
Le immagini sono accompagnate da testi esplicativi che narrano la storia di quei drammatici giorni e non mancano i documenti che testimoniano le ripercussioni che la rivolta ebbe in Italia, dove il PCI si trovò schierato in difesa della repressione, scatenando un profondo dibattito interno alla sinistra e non poche crisi di coscienza tra militanti e intellettuali. Accanto a questo percorso cronachistico, anche un percorso letterario con testi delle grandi voci della poesia ungherese, da Sándor Petöfi a Gyula Illyés a Sándor Marai.

“Questa mostra non intende rievocare il passato o le polemiche, ma vuole lanciare un messaggio positivo di speranza: le foto pur nella loro tragicità parlano di un desiderio di vita che trova modo di esprimersi anche nelle circostanze più drammatiche” ha spiegato il curatore, facendo riferimento a due immagini-simbolo della mostra: la prima che mostra una coppia di innamorati che passeggiano davanti alla statua di Stalin, monumento odiato dagli ungheresi che sarà abbattuto durante la rivoluzione, come si vede in altre foto della rassegna; la seconda che illustra una via di Budapest dove si incrociano un passeggino e un carro armato: entrambe mettono in evidenza che il “desiderio di vita  e di speranza vince sempre”.

In questa direzione va anche lo scambio epistolare (esposto in mostra) fra il Primate di Ungheria, cardinale Erdö, e il Patriarca di Mosca, Alessio, che nel cinquantenario della rivoluzione hanno voluto lanciare un messaggio reciproco di speranza e di riconciliazione, che parta dai cuori degli uomini: la sola via per costruire la pace.
Si ricorda che per scolaresche e gruppi, l’Ufficio Cultura (0331/390243) è disponibile per visite guidate gratuite, su appuntamento, anche in orario mattutino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2006
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