Caso Ratti, l’impegno del Comune: «Non vi lasceremo soli»

Il sindaco Mentasti e l'industriale Galante si adopereranno per trovare un lavoro ai dipendenti licenziati

Che fine faranno i quasi 40 lavoratori licenziati dalla Ratti? Se lo è chiesto anche Gianercole Mentasti, sindaco di Luino, che nei mesi scorsi ha tentato alcune mosse per trovare una soluzione alle 38 famiglie che subiranno il licenziamento. « Non vogliamo lasciarli soli. Nei mesi scorsi ho inviato a Gabriele Galante, proprietario dell’Imf, i curricula dei lavoratori lasciati a casa dalla Ratti – ha detto Mentasti – per trovargli un posto di lavoro il prima possibile. Lui ha dato la sua disponibilità a riunire alcuni imprenditori per tentare un riassorbimento dei licenziamenti». In attesa di conferme per i lavoratori, comunque, rimane l’incertezza più assoluta in un territorio che offre sempre meno sbocchi lavorativi soprattutto nel settore industriale. Luino, infatti con la Ratti perde anche la penultima azienda di un certo rilievo sul territorio e aggrava la sua situazione a livello occupazionale tra le più depresse del Varesotto. 

Nonostante la direzione dell’azienda avesse negato fino all’ultimo la volontà di licenziare i 38 dipendenti rimasti le previsioni dei sindacati si sono avverate in pieno. Licenziamenti ufficiali a partire dal gennaio dell’anno nuovo. Da grande azienda con centinaia di dipendenti nel giro di pochi anni la Ratti si è ridotta ad una piccola azienda con grossi problemi finanziari. Chiuso il ramo fonderia nel 2005 in pochi avevano scommesso su un rilancio del meccano-tessile, ormai terreno di concorrenza spietata con la Cina. Altri 38 abitanti dell’Alto Varesotto dovranno trovare lavoro altrove, probabilmente in Svizzera come la maggior parte dei lavoratori del Luinese. L’unica azienda rimasta a rappresentare il terziario è ora l’Imf che gode di ottima salute e produce macchinari per fonderie che esporta in tutto il mondo dal Giappone alla Russia passando per gli Stati Uniti e, guarda un po’, anche la Cina.

L’altro interrogativo, infine, riguarda la grande area di migliaia di metri quadri che si viene a liberare sul lungolago di Luino. Fa gola a molti immobiliaristi soprattutto per la posizione fronte lago che occupa. Al momento non si ha nessuna certezza e l’estremo riserbo dietro cui si trincera la proprietà  lascia sul tappeto i molti dubbi dei sindacati che più volte hanno chiesto all’amministrazione di non cambiare la destinazione d’uso industriale dell’area. Lo stesso sindaco Mentasti, comunque, ha più volte ribadito di non volerla cambiare ma venendo a mancare la Ratti sarà molto più difficile giustificare un quadrato di area industriale in pieno lungolago, là dove si vorrebbe il futuro sviluppo turistico di Luino.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Dicembre 2006
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