Film di Natale: tra i due litiganti, il terzo regista gode

Intervista (anche audio) con Alessandro d'Alatri, regista di "Commediasexy", che sarà tra il pubblico del Multisala Impero la sera di venerdì 29 dicembre

E’ il vero outsider di questo Natale cinematografico, denso di film italiani per il grande pubblico: l’unico che può davvero scompigliare la guerra in atto tra Christian De Sica e Massimo Boldi, tra Neri Parenti e i fratelli Vanzina.
Alessandro D’Alatri, regista di "Commediasexy" il film che ha portato sul grande schermo Paolo Bonolis nella veste insolita del politico maneggione, è a Varese in questi giorni (a dire il vero, è quasi un varesino acquisito: a causa della casa di famiglia che ha a Cerro di Laveno) e saluterà il pubblico del MIV – l’Impero multisala – venerdì sera, 29 dicembre, in coda alla prima proiezione della serata e all’inizio della seconda.
E proprio al MIV l’abbiamo incontrato, per fare quattro chiacchere (in fondo all’articolo trovate anche la versione audio dell’intervista)  sulla sfida natalizia che ha affrontato: Complimentandoci, innanzitutto, per il coraggio di essersi "Buttato nella mischia".

"L’hanno ammesso in diversi che ho affrontato un percorso coraggioso – ha precisato d’Alatri – l’ho fatto perchè da troppo tempo un’area intellettuale della nostra società ha preso la distanza dai gusti della massa, giudicandoli duramente. Io invece ho sentito l’esigenza di rimboccarmi le maniche e cercare un contatto con questo pubblico, con questo gusto popolare. Volevo cercare di nuovo un dialogo con questi italiani, e il circuito natalizio era perfetto perchè fatto da gente che va al cinema 1 o 2 volte all’anno al massimo.

Un circuito però con tre film italiani in contemporanea…
I
n tanti hanno criticato questa scelta chiedendomi: che bisogno c’era di fare tre film di Natale? Innanzitutto io non sono un "film di Natale", sono un film. Poi all’inizio, in lizza avrebbero dovuto essere solo due: una volta Boldi e de Sica contavano per uno. Poi, per scissione molecolare sono diventati due: ma la competizione resta tra loro due, non tra tutti e tre… detto questo però, secondo me l’esperimento sta riuscendo: le sale sono piene il pubblico ha risposto positivamente al mio film. Cioè a quello che, diversamente da quelli definiti cinepanettone, ho definito un cinepandoro"

Beh, è una definizione che ha l’aria di portare bene: dai e dai, il panettone è passato di moda nelle tavole delle feste…
"Beh, diciamo che il pandoro torna utile a chi non piacciono i canditi… La verità però è che il pubblico sta premiando la mia scelta di proporre, insieme ai cinepanettone, anche qualcosa di diverso: non ha infatti smesso di vedere quei film, ma ora vede anche il mio. il che significa che si è creato un altro spazio"

Forse a darle ulteriore coraggio è stato il successo dei due film precedenti, "Casomai" e "La febbre". Sono stati dei casi, su cui riflettere.
Sì, soprattutto per il fatto che hanno avuto successo malgrado siano usciti in periodi in cui il pubblico normalmente penalizza il cinema. Mi è sempre interessato fare sperimentazione, seguire percorsi innovativi. Ora per esempio, il mio interesse in quanto autore è contattare il pubblico: penso che non ci sia niente di più frustrante di vedere sale vuote. I risultati si vedono, anche qui a Varese: mi ha detto adesso la direttrice che ci stanno spostando in sala grande, stiamo guadagnando spazio. Ma la cosa più importante è sapere che 80mila italiani ieri hanno visto il film: un gran risultato, sapere che tanta gente esce divertita dal cinema ma si porta a casa anche un pezzo di satira graffiante e d’attualità"

Altra scommessa: il cast. Con Casomai e La febbre ha lanciato un Fabio Volo che nessuno pensava potesse fare l’attore. Con "Commediasexy" propone Bonolis, debuttante assoluto nel cinema. Come è successo?
A dire il vero, io ho sempre sperimentato in termini di cast. La Ferilli, per esempio, in Americano Rosso. Poi Fabio Volo in Casomai e La febbre e ora Paolo Bonolis e Elena Santarelli. II motivo è che a me piace lavorare sui talenti, e non ho pregiudizi su dove trovarli. In particolare, per questa commedia graffiante avevo bisogno di comici brillanti: ma erano o sotto contratto con produttori o erano essi stessi attori e registi. Così mi sono guardato intorno e ho pensato che Paolo Bonolis aveva i requistii giusti. Elena invece stava nello stereotipo della bella ragazza ma era anche una portatrice di valori. Oltre ad essere, decisamente, un monumento all’erotismo: una bella ragazza, una pertica alitissima ma con dentro una persona. Una che non ha navigato in un percorso più facile e non è stata coinvolta in scandali.

Il film è partito nelle sale con un limite e un vantaggio insieme il primo era quello della duplicazione dei film di Natale e il secondo è stato la pubblicità involontaria di Vallettopoli. Cosa ha influenzato il film maggiormente, e sono stati più i vantaggi o gli svantaggi?
Innanzitutto, a dire il vero non consideo vallettopoli un vantaggio: i fatti di cronaca recenti non fanno andare la gente al cinema. Inoltre, Vallettopoli è scoppiata mentre stavamo girando: diciamo che siamo stati profeti, ma non era difficile esserlo in questo caso. Vallettopoli, come tutti gli "-opoli", era infatti sotto gli occhi di tutti. L’unico vero vantaggio nel gettarsi nella mischia natalizia era la novità che rappresentavamo. Potevamo stabilire un contatto nuovo con il pubblico e dargli un offerta diversa

Cosa si deve cambiare al cinema d’autore per fare cinema destinato al grande pubblico?
Quando ho fatto questa scelta di volere incontrare il grande pubblico ho messo da parte tutti i vezzi autoriali, pesantemente: per parlare a un largo pubblico bisogna infatti fare un grande esercizio di umiltà e cercare linguaggi graffianti ma semplici,  ristabilire un percorso con la tradizione italiana della commedia. Tant’è vero che, in fondo, anche in commediasexy c’è il Pantalone, l’Arlecchino e la Colombina di turno.

Qual è il prossimo obiettivo? Un Festival o i Grandi numeri nelle sale?
Il mio obiettivo, a dire il vero, è il pubblico. Per troppo tempo il pubblico italiano è stato in balia di scelte discutibili, dove o c’era eccesso di qualità o eccesso di mancanza di qualità, e mentre nel mezzo stava la verità

A dire il vero,  nel mezzo c’erano i flm americani…
Esatto. Ma in questo caso i dati di questi giorni sono chiari: i tre film italiani nelle sale hanno battuto per presenze e incassi tutti gli americani in visione in questo periodo. E questo è già un risultato, per tutti noi.

Ti aspettavi i numeri che il tuo film ha fatto in questi giorni?
"A dire il vero, q
uando mi hanno chiamato per comunicarmi l’incasso di ieri sono caduto dal divano. Fa impressone sapere che in due giorni il tuo film ha incassato più di un milione e trecentomila euro, io che ho fatto fino ad adesso cinema difficile… Non posso dire altro che "sono felice, sono contentissimo". Anche perchè il film sta vivendo e promuovendosi sul passaparola: guardi solo a Varese, non ci sono manifesti in giro. Significa che la gente viene a vedere questo film perchè è stata consigliata. E questa è la cosa più bella che a un autore possa succedere".

La versione integrale dell’intervista in audio

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Pubblicato il 27 Dicembre 2006
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