L’abbraccio di Varese agli sportivi disabili

Salone gremito, molti ospiti e grandi applausi al De Filippi per l'annuale gala. "Una maratona, ma ne è valsa la pena"

I dubbi e i timori si sono dissolti immediatamente: la sala "Pigionatti" del centro De Filippi si è riempita subito e, anzi, si è ben presto dimostrata troppo piccola per accogliere l’abbraccio di Varese allo sport disabile. E così si è rivelato un successo (oltre 500 presenti) il galà annuale organizzato dall’infaticabile Roberto Bof e intitolato quest’anno "Lo sport per disabili, conoscerlo e farlo conoscere": la città si è stretta a tutti i suoi atleti che con orgoglio portano sulle maglie e sulle tute l’appartenenza al nostro territorio.
Atleti che in alcuni casi primeggiano su campi di gara mondiali o continentali, e in altri semplicemente si impegnano a livelli più semplici, mettendoci però lo stesso entusiasmo e la medesima voglia dei campioni.
«È stata una maratona – ha spiegato Roberto Bof – ma viste le reazioni in sala ne è valsa la pena. Ora però non si può più dire "non le conoscevo", parlando di queste realtà. Ma questo è un discorso che deve valere anche per gli stessi disabili, che spesso non si avvicinano alle società sportive. Un invito a farsi avanti».

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Molti i volti noti in platea, per una volta fuori dalle luci della ribalta. «Quest’anno non abbiamo spedito alcun invito scritto; al massimo una e-mail o un sms informale. Chi è venuto lo ha fatto senza pressioni e senza obblighi per cui non possiamo che ringraziarlo» ha spiegato Bof a inizio convegno. Così campioni e dirigenti sportivi del massimo livello (non ne nomineremo nessuno, ma erano davvero tanti anche per rappresentare parecchie società) hanno potuto apprezzare i filmati proposti o le brevi interviste in sala con gli atleti disabili. A introdurre la serata ci hanno pensato il giornalista Rai Lorenzo Roata, volto e voce del programma "Sportabilia" e un filmato dedicato a Gian Mario Esposito, il sub perito tragicamente a Castelveccana che l’anno scorso organizzò l’immersione di Michele De Maria con Gianluca Genoni.
Si è iniziato con Fabrizio Macchi, il volto più noto e in un certo senso differente dagli altri, essendo lui un professionista che deve confrontarsi con problemi e necessità diversi rispetto a chi fa sport di base. Si è poi proseguito con il campione italiano di ciclismo Max Mesiti, salito sul palco con l’amico Stefano Zanini; con il judoka Manuel Finessi che ha dato vita all’associazione Polihandy ed è diventato cintura nera; con lo straordinario Daniele Cassioli, capace di passare dallo sci nautico sui laghi alpini, al teatro e all’attività di disc jockey. Ancora: i ragazzi degli Skorpions (hockey in carrozzina elettrica – foto sotto) omaggiati di una maglia autografata da tutto il Varese 1910, e quelli di Vharese con il loro striscione sempre esposto al Franco Ossola. È stata poi la volta di Alessandro Balleri, anima dei "Baroni Rotti" (squadriglia aerea acrobatica), dello scalatore Oliviero Bellinzani, del Tchoukball (una sorta di pallamano), dell’equitazione con l’associazione Ronco di Diana.

Anna Sculli e Linda Casalini hanno presentato il libro "Il permesso di crescere", dove è documentata l’attività svolta in tanti anni con la collaborazione di BTicino. L’azienda di viale Borri ha formato professionalmente circa 200 ragazzi dall’87 a oggi e alcuni lavorano tutt’ora lì: è il caso di Paolo Pascutti, campione di ginnastica.
La serata ha poi portato sul palco Barbara Gandini e Daniele Mannoni, Gaetano Marchetto dei ciechi sportivi e Carlo Martinello dell’Handicap Sport di pallacanestro che ha iniziato il campionato con due vittorie in tre gare.
Infine, la conclusione in un crescendo rossiniano: Paola Grizzetti con i ragazzi del canottaggio, Natasha Isler (handbike), il filmato sulla storica realtà dell’Anaconda di via Rainoldi quello con un cagnolino dotato delle sole zampe davanti, che non ha perso la voglia di giocare con il pallone. Chiusura dedicata al presidente del Comitato paralimpico lombardo, Francesco Mondini, attorniato dai quattro ragazzi dell’Armata Brancaleone (hockey ghiaccio su slitta) capaci di partire da Varese e arrivare a giocare in maglia azzurra alle Paralimpiadi di Torino. Un esempio da seguire, un orgoglio per tutto il movimento della nostra città.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Dicembre 2006
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