L’arte di Nureyev? Respira a Varese

L'omaggio all'Apollonio di sabato sera è stato toccante, con le parole di Luigi Pignotti e l'emozionante performance di Maximiliano Guerra

Esistono forme d’arte particolari, perché pur essendo eterne sfuggono al tempo. L’arte di Rudolf Nureyev è una di queste. La sua leggerezza, quando danzava, il suo stile, erano arte. Ma, al di là di qualche filmato, sembra quasi impossibile restituirla al futuro, perché Nureyev è scomparso, nel 1993.

Ieri però, il Teatro Apollonio, ha provato comunque a rendere omaggio a questo artista che è stato opera d’arte, con il Galà Nureyev. Si è trattato di uno spettacolo allo stesso tempo raffinato e divertente, ma soprattutto emozionante.

Ad "aprire le danze" è stata proprio la proiezione del volto di Nureyev, che sembrava annuire alle parole toccanti lette da Luigi Pignotti, suo manager e presidente dell’associazione "Rudolf Nureyev", che sta portando questo spettacolo in teatri selezionati d’Italia.

Poi tanti balletti, i più belli, che Nureyev rispettò ed allo stesso tempo rivoluzionò con il suo stile. Ad interpretarli una selezione di ballerini e ballerine scaligeri che, certamente, sentivano e rispettavano il peso del modello di riferimento.

"Don Chisciotte", "Il lago dei cigni", "Il Corsaro" e altri classici, nei quali la figura maschile riusciva finalmente ad emergere, non essendo più solo sostegno della protagonista femminile.

Tra i ballerini un bravissimo Alen Bottaini ed un’intensa Paola Vismara, ma il momento più intenso è è arrivato con Maximiliano Guerra (foto). Ha aperto il secondo atto con un momento di danza esplosivo che ha emozionato tutto il pubblico, evidenziando indubbiamente il suo talento e strappando un prolungato applauso. Lo stesso Nureyev, in fondo, prima di morire aveva chiesto a Pignotti di aiutare Guerra, considerandolo uno dei ballerini migliori del gruppo "Nureyev and Friends".

Forse conscio del fatto che l’arte doveva continuare senza di lui, infatti, Nureyev si era anche impegnato in una grande ricerca di giovani ballerini, nella loro promozione. Un discorso che sta proseguendo Pignotti, che tra i giovani ha promosso proprio Bottaini e Guerra, ormai riconosciuti da tutta la critica come portatori di una tecnica e di un sentimento inediti.

Allora sì, forse è vero: ieri sera sul palcoscenico dell’Apollonio non avrebbe mai potuto esserci la leggerezza del corpo di Nureyev, ma il suo spirito e la sua missione sono continuati, regalando momenti che il pubblico difficilmente dimenticherà.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Dicembre 2006
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