L’ospedale di Circolo si prepara ad un futuro multiculturale

In un convegno sono state discusse le regole definite a livello comunitario per attuare un'accoglienza amichevole a pazienti e lavoratori stranieri

Il fenomeno dell’immigrazione extracomunitaria è ormai un dato inconfutabile. Così come è assodata la necessità che queste persone abbiamo bisogno di un’assistenza medica.
Dal 2002 l’Unione Europea ha avviato un progetto dal titolo "Migrant friendly Hospital" ( tradotto in italiano "salute senza esclusioni"), una sorta di buone pratiche da attuare in presenza di pazienti ma anche lavoratori stranieri.
Gli obiettivi e le finalità dell’adesione sono stati spiegati nel corso di un convegno che si è svolto allo "Yes Hotel" di Varese. Organizzato dalla Direzione Medica di Presidio dell’Azienda ospedaliera di Varese, il convegno era rivolto soprattutto a infermieri, ostetriche, educatori, fisioterapisti, psicologi e tecnici. Il convegno ha visto il patrocinio dell’università dell’Insubria, di varese Europea e di Zero piùmedicina per lo sviluppo.
«Già lo scorso anno avevamo organizzato un convegno sull’impatto delle diverse culture soprattutto in riferimento al dipartimento materno infantile – spiega il dottor Andrea Larghi, responsabile della direzione medica del Circolo – Il nostro ospedale già da anni aderisce ad un progetto di promozione della cultura della salute promosso a livello europeo. Ora dobbiamo fare un passo ulteriore soprattutto in vista dell’inaugurazione del nuovo monobloccoco»..

Questi i principali obiettivi di cui si discute
:

1. Migliorare l’accesso e l’accoglienza dei cittadini stranieri immigrati nei servizi ospedalieri;


2. Fornire risposte sempre più personalizzate ai pazienti italiani e stranieri;


3. Sviluppare nei professionisti la capacità di lavorare a contatto con utenti di differenti culture;


4. Riprogettare, reingenerizzare le attività aziendali tenendo conto delle diversità culturali.

In particolare, nel corso del convegno, è stato approfondito l’approccio in campo materno infantile.
È in questo settore, infatti, che si registrano i maggiori casi di richieste in campo medico da parte di stranieri.
«Negli ultimi anni la popolazione straniera è aumentata- spiega Anna Cinelli, responsabile dell’Osservatorio Poltiche sociali della Provincia – nel 2006 in provincia di Varese sono stati censiti 46.000 stranieri, di cui 39.000 extracomunitari. Il fatto, però, che in queste comunità la natalità sia superiore si spiega solamente considerando che la nostra società conta numerosi anziani mentre i nuclei stranieri sono formati soprattutto da persone in età fertile. Al di là del dato oggettivo, però, si riscontrano uguali difficoltà ad avere figli nelle coppie straniere: i problemi sono gli stessi che frenano la crescita della famiglia italiana».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Dicembre 2006
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