“L’ultimo samurai” rivive a Balerna

Venerdì 8 l'ultimo appuntamento per la rassegna sul cinema giapponese organizzato dall'Associazione di Cultura Popolare

Venerdì 8 dicembre 2006 presso la sala ACP, Balerna, sopra il Ristorante La Meridiana, si terrà l’ultimo appuntamento della rassegna Venerdì nero – il cinema yakuza giapponese: da Kurosawa a Kitano

L’ultimo samurai con alle 18.30 il film "Violent Cop" (Sono otoko, kyobo ni tsuki), Giappone, 1989, col, 103’, v.o. sottotitoli in francese.
Regia: Takeshi Kitano; sceneggiatura: Nozowa Hisashi (riscritta da Takeschi Kitano); fotografia: Yasushi Sasakibara ; scenografia: Masuteru Mochizuki; musica: Daisuke Kume (su temi di Eric Satie); montaggio: Nobutake Kamiya; interpreti: Beat Takeshi, Maiko Kawakami, Makoto Ashikawa, Shiro Sano, Shigeru Hiraizumi, Mikiko Otomashi, Haku Ryu, Ittoku Kishibe; produzione: Hisao Nabeshima, Takio Yoshida, Shozo Ichiyama per Bandai Media Division, Shochiku-Fuji Company.

Il poliziotto Azuma (Kitano) combatte la criminalità a modo suo: è allergico alla disciplina imposta dai superiori, sgrezza le reclute a forza di manrovesci, ha maniere spicce con i delinquenti. Indagando sull’uccisione di uno spacciatore scopre che il suo migliore amico Ikawa, anch’egli poliziotto, è corrotto e affiliato alla yakuza. Quando gli rapiscono la sorella (Kawakami) debole di mente, il suo mondo crolla. Ferito e scaricato da tutti andrà incontro al proprio destino.

Il sorprendente esordio alla regia del comico, scrittore satirico e showman televisivo Takeshi, che si era già dimostrato attore drammatico di vaglia in Furyo di Oshima. Subentrando al regista originale (Fukasaku), Kitano (1943) ha trasformato un noir d’ordinaria amministrazione in un film quasi sperimentale, girato con uno stile che infonde nuova vita ai cliché del cinema d’azione. Inseguimenti frenetici accompagnati dalla musica di Satie, improvvise esplosioni di violenza che scardinano qualsiasi logica della suspense, ralenti allucinati, un uso degli spazi che fa tesoro della lezione del western e un uso dei tempi che sembra guardare ai classici del cinema giapponese; ma anche un’interpretazione di una fisicità incontenibile, che crea un memorabile antieroe, perdente lieto di essere in torto e di andare incontro all’autodistruzione. Kitano decostruisce l’immagine del poliziotto spogliandola di tutte le sue caratteristiche: l’indolenza del detective hard-boiled, il romanticismo esistenziale degli investigatori francesi, il carisma tormentato di quelli americani: Azuma è una figura surreale, una specie di clown iper-violento, a tratti beckettiano. Il titolo originale significa “attenzione quest’uomo è pericoloso”. Il mondo di Kitano è un mondo sull’orlo del disfacimento (non a caso il” limite” è uno dei suoi topoi), impossibile da rifondare sul senso dell’onore tanto caro alla cultura giapponese. La sua cinematografia diventa così un lunghissimo, violentemente struggente, epilogo, tanto che le sue storie iniziano sempre in prossimità della fine, quando i giochi sono ormai fatti. Contro la meschinità e il caos del Giappone contemporaneo, Kitano sembra dirci “posso essere molto più cattivo di voi!"

Prezzi entrata: fr. 10.– / fr. 7.—per i membri ACP, Cineclub del Mendrisiotto e ridotti.

A seguire alle ore 20.30 aperitivo e cena di Natale al Ristorante Vallera di Genestrerio.
Per informazioni e prenotazione cena tel. 091 683 50 30 o acp@acpnet.org

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Pubblicato il 01 Dicembre 2006
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