La ricerca dell’Insubria promossa dal Sole 24’Ore

L'Università si piazza al 17esimo posto nella classifica italiana per produttività della ricerca. Sola 41esima per capacità di attrarre fondi privati

L’Università degli Studi dell’Insubria è la terza della Lombardia per produttività della ricerca. È il risultato emerso dalla classifica del Sole 24 Ore che ha valutato la qualità e la produttività della ricerca nelle Università italiane. Eccellente anche il piazzamento a livello nazionale per l’Università dell’Insubria che ha ottenuto il diciassettesimo posto su un totale di 58 Atenei statali valutati.

 

La graduatoria è stata elaborata dal quotidiano economico sui dati utilizzati dal MIUR per la distribuzione tra gli Atenei del Fondo di Finanziamento Ordinario. La classifica sulla produttività è il frutto della comparazione tra i giudizi del Ministero sui PRIN (Progetti di rilevante interesse nazionale) e del Comitato d’indirizzo di valutazione della ricerca (CIVR) sui prodotti delle Università (pubblicazioni scientifiche, libri, brevetti).

 

Il primo posto è andato all’Ateneo di Trento, che ha registrato un primato anche nella graduatoria relativa alla capacità di attrarre fondi privati per la ricerca. L’Insubria, invece, in questa graduatoria ha ottenuto il 41^ posto, su un totale di 57 Atenei.

 

L’Università dell’Insubria ha ottenuto, inoltre, la palma d’oro per la migliore attività di ricerca in Italia nell’area delle Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche. L’Insubria ha registrato il rating migliore insieme all’Università di Camerino, alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all’Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma. 

 

Soddisfatto per il risultato relativo alla produttività della ricerca il rettore, prof. Renzo Dionigi, che sottolinea il peso ancor più significativo di questo traguardo, alla luce della recente istituzione dell’Ateneo. Non è sorpreso per la parte della graduatoria relativa alla capacità di attrazione dei fondi: innanzitutto perché la classifica riguarda solo fondi privati, non anche quelli pubblici, «che invece il nostro Ateneo riesce a catalizzare molto efficacemente; inoltre – fa notare il prof. Dionigi mancano all’Università dell’Insubria quelle Facoltà o Corsi di Laurea che fanno prevalentemente ricerca di carattere applicativo, che meglio riescono ad attrarre i finanziamenti da imprenditori. Sicuramente il nostro Ateneo deve essere più intraprendente, ma è anche auspicabile che gli imprenditori del territorio riconoscano nell’Università un punto di riferimento. In un prossimo futuro – aggiunge il prof. Dionigi – potremmo prevedere l’istituzione di Corsi di laurea di carattere tecnico-scientifico, che possano maggiormente interessare lo sviluppo tecnologico del territorio».

Per quanto riguarda la graduatoria sulla produttività, «la prima osservazione da fare – commenta il prof. Roberto Accolla, delegato del rettore per la Ricerca – è che la classifica fa riferimento ad un’indagine di carattere obiettivo: la valutazione del CIVR (Comitato di Indirizzo per la valutazione della ricerca), la prima di questo tipo che sia stata fatta sull’Università Italiana. In precedenza, tradizionalmente si operava una auto-valutazione; ogni Ateneo giudicava da solo il suo operato. Il CIVR, invece, è ricorso ad una comitato esterno agli Atenei anche con referees stranieri. Il risultato ottenuto è lusinghiero, con in nostro 17^ posto ci siamo piazzati davanti a Pavia, a Milano, quegli Atenei, insomma, da cui è gemmata l’Insubria».

Sulla capacità di attrarre fondi, così Accolla: «innanzitutto riguarda solo i fondi ottenuti da privati. Le Università italiane sono ben lontane, in fatto di capacità attrattiva, da quelle svizzere o francesi o, ancor di più, da quelle inglesi e tedesche. La situazione più limitata nella attrazione di fondi privati, rispetto a quelli pubblici, ci porta nella graduatoria del Sole 24 Ore a un piazzamento non esaltante – ha aggiunto il prof. Accolla – per noi questo è innanzitutto uno sprone ad avere maggiori contatti con il mondo industriale: siamo un Ateneo giovane, inserito in un tessuto industriale vivace, ancora non ci siamo fatti conoscere abbastanza per avere un rapporto consolidato. Ma abbiamo ottimi rapporti con aziende straniere e abbiamo ottenuto molti fondi pubblici anche dall’Unione Europea: di certo, se la graduatoria avesse tenuto in conto anche questi parametri, non saremmo al 41^ posto».

«La politica che l’Ateneo ha deciso di adottare è quella suggerita dal rettore – continua Accolla -: unire le forze per proporre all’esterno programmi integrati, come gruppo di Ateneo. Ad esempio, medici, biologi, fisici del nostro Ateneo si sono uniti per mettere a punto un’idea progettuale da sottoporre al Miur nell’ambito dei progetti da finanziare per fare avanzare lo sviluppo industriale del nostro Paese. Abbiamo pensato e proposto un progetto moderno per lo sviluppo di strategie per la diagnosi e la terapia del cancro. Nostri partner sono la Multimedica e la Siemens. È stata superata la prima fase di valutazione con l’approvazione da parte del Ministero dell’idea progettuale, adesso si è passati alla fase attuativa e, a breve, sapremo se il progetto sarà finanziato».

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Pubblicato il 06 Dicembre 2006
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