Macellazione islamica, la Lega: «Non staremo a guardare»

Il 30 dicembre la comunità islamica celebrerà la Festa del Sacrificio che prevede l’uccisione di capre e montoni. Due i macelli interessati in provincia di Varese

Come ogni anno, al momento di Id Al Adha (Festa del Sacrificio), si scontrano due visioni del mondo e della vita. A sollevare il problema la Lega Nord di Fabio Rizzi, neo coordinatore provinciale del Carroccio: a 48 ore dal rito islamico, momento centrale per la religione maomettana che quest’anno si svolgerà il 30 dicembre, i leghisti tornano a tuonare contro «una barbarie nei confronti degli animali, un rito incivile, un’usanza che non ha niente a che vedere con la nostra civiltà – spiega Rizzi -, contro la quale ci battiamo da anni. Uccidono gli animali non per nutrirsi, ma per un rito religioso: li sgozzano con la testa rivolta verso la Mecca e festeggiano, senza curarsi delle atroci sofferenze delle bestie (pecore e montoni, ndr). Negli anni ci siamo battuti contro questa barbarie, abbiamo cercato di bloccarla o almeno di mettere in sicurezza la macellazione con regole precise: ci sono alcuni esempi, come quello di Trento, dove l’imam ha autorizzato lo stordimento preventivo degli animali prima del taglio della gola. A Varese solo tre anni fa erano cinque i macelli dove si svolgeva il rito islamico, ora solo quello di Besano vedrà ancora una volta, spero l’ultima, questo rito incivile».   

Rizzi, spalleggiato da Maurizio Fozzato, consigliere comunale di Solbiate Arno, parla del solo macello di Besano perché secondo i rappresentanti del Carroccio «a Solbiate, il proprietario del macello privato, Giuliano Conti, si oppone alla macellazione con rito islamico». «Dopo anni durante i quali abbiamo fatto volantinaggio, petizioni popolari e chiesto spiegazioni – spiega Fozzato -, con interrogazioni al sindaco, che ha sempre rimpallato le nostre richieste non assumendosi la responsabilità politica di dire no al macello sul territorio del Comune che amministra, finalmente siamo riusciti a ricostruire la vicenda. La comunità islamica fa la richiesta per svolgere la festa del sacrificio, l’Asl valuta se il macello è idoneo e se rispetta le norme igienico-sanitarie richieste e il proprietario del macello dà il consenso alla macellazione: la cosa da chiarire è che il parere dell’Asl non è vincolante e il macellaio, se accetta di svolgere nella propria struttura il rito islamico, se ne deve assumere la responsabilità, perché può rifiutare».   

Dopo varie elucubrazioni sull’inciviltà del rito in questione e sulla, secondo Fozzato, illegalità di tutta la religione islamica «perché non è riconosciuta dallo Stato italiano», Rizzi conclude: «Il sindaco di una città può e a parer nostro deve dire no alla macellazione islamica sul proprio territorio, ma non è sua l’ultima parola: se il proprietario del macello acconsente allo svolgimento del rito e l’Asl dà le dovute autorizzazioni, questo deve essere fatto. Nessuno può impedirlo, se non il Prefetto per motivi di ordine pubblico o lo stesso macellaio, che può rifiutarsi di prestarsi al rito del sacrificio islamico. Quest’anno, a meno di stravolgimenti dell’ultim’ora, il rito a Solbiate Arno non si farà: il proprietario del macello di via Per Oggiona, Giuliano Conti, ha detto più volte di non volerlo fare e, visto che nessuno lo può obbligare, non si farà. Saremo al suo fianco per spalleggiarlo nella scelta».   

«A Besano, dove il macello ha dato il consenso ad ospitare il rito del sacrificio, autorizzato anche dall’Asl ci saremo – chiosa Rizzi -, e non staremo a guardare: manifesteremo contro la barbarie islamica nei confronti degli animali».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Dicembre 2006
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