Presidente Formigoni, perchè si agita tanto?

Nota diffusa da WWF Italia, Legambiente Circoli del circondario di Malpensa, C.Oves.T. Onlus di Varallo Pombia, Uni.Co.Mal Unione Comitati Malpensa, Excalibur di Lonate Pozzolo, Amici della Natura di Arsago Seprio

Riceviamo e pubblichiamo 

Siamo profondamente sconcertati dai ripetuti appelli “formigoniani” per perorare la causa di Malpensa presso il governo Prodi. Si, siamo sempre più stupiti perché il collocamento di Alitalia in mani private costituisce la miglior garanzia che le scelte future per la Compagnia saranno nel senso delle “Vere Convenienze Economiche” e non dei soliti clientelismi politici.

Allora perché Formigoni si agita tanto? Se Malpensa può veramente essere per Alitalia quella miniera d’oro che lui garantisce, non ci saranno dubbi che le scelte degli investitori saranno in tal senso: quando deciderà chi ha investito capitali suoi, lo farà con l’obiettivo del profitto e secondo le “Vere Convenienze Economiche”.

Ripetiamo la domanda: allora perché Formigoni si agita tanto?

La risposta è che le “Vere Convenienze Economiche”sono un po’ diverse da quel che dice Formigoni: lui ed i suoi lo sanno e tremano.

Loro sono spinti da “Diverse Convenienze Economiche”, da interessi “particolari” e contrari all’interesse nazionale e, ovviamente, contrari all’interesse del vettore Alitalia che, sbilanciato su Malpensa, è ormai al fallimento.

E, oltre alle “Diverse Convenienze Economiche”, che dire dei conflitti di interesse?

L’Assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità siede nel Consiglio d’Amministrazione di SEA, il Presidente di SEA è stato già Presidente di Alitalia ed ha quindi visto Malpensa anche dall’altra sponda: dobbiamo pensare che sia in buona fede se, ora, sposa le tesi di Formigoni?

Con queste tesi tentano di indurre il Governo ad imporre, agli eventuali acquisitori di Alitalia, il rispetto dei requisiti operativi che loro chiedono (Malpensa unico hub), requisiti penalizzanti al punto da dissuadere qualsiasi piano di investimento facendo naufragare la strategia di salvare Alitalia partendo dalla privatizzazione.

Se salterà questa strategia, la Compagnia potrà solo dichiarare l’inevitabile fallimento ed a questo punto sarà evidente il nesso tra le trame “malpensocentriche” e tale risultato ma, ormai, il danno sarà fatto: qualcuno ne renderà conto al Paese?

Noi, in questo scenario, siamo più tranquilli di loro perchè la privatizzazione, riteniamo, produrrà la fine dei pastrocchi, delle falsità dei due hub, dell’hub del nord, dei 30 milioni di passeggeri lombardi, dei 100 milioni tra qualche anno…Osiamo ipotizzare che sarà “prevalente” l’aeroporto più grande ed attrezzato (Fiumicino), che il secondo aeroporto (Malpensa) manterrà il traffico aereo veramente necessario all’utenza locale e che si verificherà un conveniente sviluppo dei vari aeroporti minori.

E’ un’ipotesi credibile? E’ uno scenario compatibile con i bilanci di Alitalia quale vettore di riferimento? Dipende anche da quale alleanza con altre Compagnie aeree si potrà realizzare, e quindi da realistiche scelte economiche e politiche ma, secondo noi, non sarà certo il nord a salvare Alitalia.

Un dato di fatto molto triste è che al nord c’è chi è determinato a sacrificare l’Ambiente allo sviluppo incontrollato ed ingiustificato di Malpensa: dilapidare un patrimonio come il Parco del Ticino, dichiarato dall’UNESCO “Riserva della Biosfera”, è un lusso che ci possiamo permettere? 

WWF Italia, Legambiente Circoli del circondario di Malpensa, C.Oves.T. Onlus di Varallo Pombia, Uni.Co.Mal Unione Comitati Malpensa, Excalibur di Lonate Pozzolo, Amici della Natura di Arsago Seprio

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Dicembre 2006
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