Rifondazione: “Onoranze funebri uguali per tutti”

Il Comune decide come partecipare ai lutti dei suoi dipendenti. Ma il Prc lamenta un trattamento di favore per i politici

I morti, si ripete a destra e a manca, sono tutti uguali. Non a Busto, però: e Rifondazione Comunista, che non potendo ottenere piena giustizia ed equità tra i vivi cerca almeno di ottenerla fra i trapassati, insorge. Per capire occorre un piccolo passo indietro. In commissione i consiglieri comunali discutono del regolamento per l’economato, cui spetterà fra l’altro stabilire le spese di rappresentanza del Comune, e che andrà al voto in consiglio comunale lunedì prossimo 18 dicembre. In un certo senso, fra le spese di rappresentanza sono comprese quelle relative alle onoranze funebri. Nel malaugurato caso, e toccandosi abbondantemente, i componenti della commissione hanno convenuto di approvare una suddivisione in tre fasce distinte delle onoranze che spetterebbero ad assessori, sindaco ed ex sindaci, ex assessori e consiglieri comunali, infine dipendenti del comune. Si va dal trattamento di gran lusso, consistente in corona di fiori, telegramma di condoglianze ai parenti e pubblicazione del necrologio sui quotidiani, tutto a spese del Comune, fino al semplice telegramma ai parenti nel caso dei dipendenti comunali.

Antonello Corrado, consigliere di Rifondazione e, da buon comunista, vocato all’eguaglianza di diritti "senza se e senza ma" dei vivi e dei morti, tuona: «Cos’è questa storia? Un ex assessore che ha scaldato una poltrona per due mesi avrà maggiori onoranze funebri di chi ha lavorato trent’anni per il Comune. È uno scandalo, così si demotiva il personale». Corrado annuncia che presenterà un suo emendamento in aula consiliare, e che distribuirà a tutti i colleghi una copia della poesia "‘A livella" del grande Totò, dedicata proprio al tema dell’uguaglianza fra defunti, conun memorabile scambio di battute fra un umile netturbino e un arrogante marchese, entrambi trapassati da un pezzo.

Ma ciò che davvero a Corrado non è andato giù è stato l’atteggiamento dei colleghi dell’oppsoizione, in particolare dell’Ulivo, che ha snobbato la sua proposta di emendare il testo del regolamento per garantire le medesime onoranze a tutti. «E io che pensavo fosse gente di sinistra!» sospira Corrado, di nuovo ai ferri corti con i colleghi di schieramento. Gli risponde minimizzando l’accaduto Nicola Ruggiero (Ulivo): «Siamo seri, non è certo quello il problema in discussione qui. C’è da approvare un regolamento importante, è dal 1965 che le spese di rappresentanza non erano normate e con questa scusa ci si metteva dentro di tutto e di più. Non perdiamo il senso di tutto un regolamento che permetterà un controllo più attento della spesa comunale».

Quanto ai diretti interessati nella querelle, i cari estinti benemeriti di Palazzo Gilardoni, mancando di facoltà medianiche e negromantiche, dobbiamo limitarci a registrare un silenzio-assenso che vuol dire tutto e niente.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Dicembre 2006
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