Una partita vinta a distanza
I maggiori studiosi di Piero Chiara si sono riuniti a Varese per approfondire da un punto di vista scientifico la figura dello scrittore
Un Meridiano Mondadori. Un libro e un mostra che documentano i carteggi intrattenuti con alcuni dei maggiori scrittori italiani del Novecento, tra cui Leonardo Sciascia e Marino Moretti. Un convegno scientifico che ne mette in luce qualità quasi sconosciute, come quella di poeta e di abile traduttore. Non ci sono dubbi: ci sono voluti vent’anni, ma Piero Chiara si merita un posto di spicco nel Parnaso della letteratura italiana.
A sciogliere ogni perplessità – se ce ne fosse stato ancora bisogno – la giornata di studi tenutasi sabato 2 dicembre nel Salone Estense del Comune di Varese. Un giornata, come ha sottolineato Patrizia Tomassini, Assessore ai Servizi Educativi comunali, «che per la prima volta analizza in maniera scientifica Piero Chiara. E’ questo il merito del convegno che dimostra come anche in terra elvetica, negli Stati Uniti e nel Canada si abbia attenzione e si studi lo scrittore varesino».
Di assoluto rilievo gli interventi dei relatori. Giovanni Tesio, autore di un saggio, pietra miliare per chi studia Chiara, ha sottolineato l’arte del narrare dello scrittore luinese, grande affabulatore, nemico dei manierismi. La modernità di Chiara secondo Tesio «sta nell’aver dato maschere e volti alla più antica commedia umana. Inquietudine e penombra dell’anima, ma anche fluidità della vita» in un eterno alternarsi tra «lato visibile e lato oscuro della realtà» e, come in altri grandi autori dell’epoca, un latente conflitto tra ottocento e novecento che in Chiara «si combattono senza farsi la guerra». E poi ancora i tipi e i personaggi umani di cui i suoi scritti sono un serbatoio, l’esordio letterario di Incantavi, in cui Chiara, come ha sottolineato Andrea Paganini dell’Università di Zurigo, mostra un pudore quasi irriconoscibile, le doti di abile traduttore e quella perfetta padronanza della lingua italiana e della metrica poetica che gli permettevano di tradurre splendidamente, da autodidatta, la poesia del ‘600 spagnolo, ma anche opere dal latino e dal francese. Doti queste ultime messe in luce da Serena Contini, organizzatrice del convegno e di tutte le iniziative culturali organizzate dall’Amministrazione varesina in occasione del ventennale della morte dello scrittore.
Non potevano mancare approfondimenti su «le donne, i cavalier, il gioco e gli amori» de Il piatto piange (sempre a cura di Giovanni Tesio), la relazione di Tania Giudicetti sull’esilio svizzero di Chiara, quella di Raffaela Castagnola sul Chiara giallista e quella di Mauro Novelli, moderatore dell’incontro, nonché curatore del Meridiano dedicato allo scrittore. Per finire la testimonianza di Carlo Cattaneo, grande appassionato di Chiara che, insieme alla moglie Francesca Boldrini, è il più grande collezionista di opere, scritti, ritratti e testimonianze di Piero Chiara.
Tra il pubblico molti volti noti della nomenclatura culturale varesina tra cui Mauro Della Porta Raffo, Carlo Brusa e Romano Oldrini, Presidente dell’Associazione Amici di Piero Chiara.
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