Vicenda ABB, Dolce e Gabbana “discriminati” dal Comune?

Maxiinterrogazione del consigliere comunale Roberto Borgio (Margherita) per chiarire il comportamento del Comune nella cessione dell'area ex ABB, andata all'azienda Flc srl invece che ai richiedenti Dolce e Gabbana

Dolce e Gabbana "discriminati" per l’acquisto dell’area industriale ex ABB? A Legnano monta la polemica. Per l’acquisto della storica fabbrica di trasformatori sita in via Giotto, vasta circa 52.000 mq, di cui era stata annunciata la chiusura nel febbraio scorso (il mese precedente a Chongqing, nel cuore della Cina, ABB aveva inaugurato la più grande fabbrica di trasformatori del mondo), è lotta aperta. Da un lato una "santa alleanza" Comune-Euroimpresa-Sviluppo Italia-Provincia-Regione-Ministero per lo Sviluppo Economico, che con l’Accordo di programma firmato il 19 dicembre ha dato il via libera a FCL srl per l’acquisto da ABB, con tanto di finanziamenti pubblici a fondo perduto per il rilancio industriale dell’area; dall’altro Dolce & Gabbana SpA, in piena espansione ed insediata giusto accanto con uno stabilimento da ben 500 dipendenti.

Da un articolo apparso su un quotidiano locale, e da una lettera che Dolce & Gabbana SpA ha inviato agli enti sottoscrittori dell’Accordo di programma, risulta che la società dei noti stilisti, avendo bisogno di ampliare il proprio plesso industriale, già da tre anni aveva preso contatto con ABB Spa per acquistare l’area industriale. A Legnano Dolce & Gabbana Spa ha assunto in questi tre anni circa trecento dipendenti fino a raggiungere i 500 lavoratori nel complesso: ma di fronte all’impossibilità di espandersi, avrebbe ventilato la possibilità di cessare l’attività a Legnano e trasferirsi altrove. Tanto era interessata l’azienda all’area ex ABB da promettere di assumere immediatamente i dipendenti che vi lavorano, senza alcun costo pubblico.

Ma, "inspiegabilmente", come scrive il consigliere comunale della Margherita Roberto Borgio in una sua maxi-interrogazione a risposta scritta ed orale,  "Dolce & Gabbana Spa è stata esclusa da qualsiasi trattativa o interessamento e soprattutto è stato accuratamente tenuta all’oscuro delle iniziative condotte dal Comune di Legnano e da Euroimpresa insieme ad altri sottoscrittori dell’Accordo di programma. Costoro hanno privilegiato la via di un intervento assistito ricercando al di fuori della realtà produttiva del Legnanese (Fcl ha sede in provincia di Varese) un operatore economico per avviare un progetto futuribile e fumoso che si propone di riesumare il settore termoelettromeccanico legnanese".

Borgio ricorda che l’accordo di programma fra l’altro stabilisce: "ingenti finanziamenti pubblici a fondo perduto, il ricollocamento potenziale (ma non obbligatorio) dei lavoratori nelle varie imprese che si dovrebbero installare nell’area che FCL srl acquisterà da ABB Spa"; e ancora, la possibilità per FCL di frazionare e vendere parti dell’area, offrendo nel contempo agli acquirenti anche la prospettiva di ottenere i benefici dell’accordo di programma ed i finanziamenti a fondo perduto; dulcis in fundo, la possibilità di modificare la destinazione industriale dell’area. Ma anche i ruoli ricoperti nella vicenda da Euroimpresa, da Sviluppo Italia (che diverrà socia di FLC) e dal Comune di Legnano non sfuggono al fischietto del consigliere, che vi rileva numerosi elementi a suo dire discutibili.

Leggi alla mano, Borgio prospetta il rischio che Dolce & Gabbana SpA chieda un cospicuo risarcimento al Comune per la possibile violazione dei criteri di imparzialità, economicità ed efficacia: una discriminazione, in altre parole, che se riconosciuta come tale avrebbe pesanti conseguenze finanziarie. E se Dolce & Gabbana dovessero abbandonare Legnano come già ventilato, potrebbero richiedere somme enormi: un’autentica beffa, da aggiungere agli eventuali posti di lavoro persi. Per questo la Margherita, spiega Borgio, vuole impegnarsi per ottenere almeno una revisione dell’Accordo di programma, in modo da spostare altrove (ma sempre in città) il progetto di rilancio del settore termoelettromeccanico e consentire a Dolce & Gabbana Spa di concludere l’acquisto dell’area da ABB. Ma non finisce qui, avverte Borgio, ventilando una turbativa a danno di una compravendita fra privati (ABB e Dolce & Gabbana SpA), anche in caso di soluzione positiva della vicenda.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Dicembre 2006
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