Strage di Erba, i vicini hanno confessato

Secondo il loro difensore avrebbero fatto «parziali ammissioni» ma la procura parla di confessione piena. Crolla l'alibi dello scontrino

I mostri sono loro, il netturbino Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi. Prima l’alibi che crolla sotto i colpi dei controlli incrociati voluti dalla magistratura ed effettuati dai Carabinieri su quello scontrino mostrato dalla difesa come una prova della loro innocenza, poi le parziali ammissioni confermate ai giornalisti attorno alla mezzanotte di ieri, mercoledì 10 gennaio, dall’avvocato difensore di Olindo Romano e Rosa Bazzi, la coppia vicina di casa di Raffaella Castagna, massacrata insieme al figlioletto di due anni Youssuf, alla madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini la sera dell’11 dicembre scorso. Tutti morti e carbonizzati tranne Mario Frigerio, marito della Cherubini, sopravvissuto per puro miracolo alla strage di via Diaz a Erba. Il loro legale era stato convocato d’urgenza attorno alle 13 in carcere a Como dove i due sono rinchiusi da qualche giorno, sottoposti a continui interrogatori tesi a smontare quell’apparente innocenza che ancora resisteva forse perchè nessuno ci voleva credere. Dopo 10 ore di interrogatorio quella frase «Si siamo stati noi» che chiude uno dei gialli più incredibili e orribili accaduti in Italia negli ultimi decenni. Ora i due dovranno chiarire le dinamiche per capire quali e quante responsabilità hanno l’uomo, probabilmente l’autore materiale, e la donna, la quale ha avuto un ruolo solo apperentemente minore.

Il pool di magistrati che si stava occupando del caso ha impresso, nel pomeriggio di ieri, un’accellerazione alle pressioni sulla coppia per giungere alle ammissioni prima che si arrivasse all’udienza di convalida dell’arresto senza elementi certi con il rischio di scarcerazione incombente. Quello scontrino, dietro il quale la coppia si faceva scudo, si è rivelato per quello che era: un pezzo di carta che non provava niente in quanto si è scoperto che i due hanno mangiato in un Mc Donald del centro di Como nel quale sono giunti attorno alle 21,30, mentre la strage è stata collocata attorno alle 19,30. Potevano aver avuto tutto il tempo di commettere gli atroci delitti. A conferma di tutto ci sono anche le macchie di sangue di Romano Frigerio, probabilmente è stato effettuato il test del dna, trovate nella Seat Arosa del Romano e il fatto che la Bazzi parlasse di una pizzeria della quale non ricordava il nome piuttosto di un fast food molto noto hanno incrinato un alibi già zoppo in partenza. Gli assassini di Erba sono loro, ormai nessuno può più difenderli.

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Pubblicato il 11 Gennaio 2007
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