“200 litri d’acqua a testa ci salveranno dall’emergenza”

Scrive il sindaco di Daverio: "La mia amministrazione si trova a gestire un aumento della popolazione e l'eredità di nuove costruzioni"

Il sindaco di Daverio risponde, attraverso Varesenews, a un suo concittadino che chiede delucidazioni in merito ala decisione di multare chi utilizzera più di 200 litri di acqua al giorno, a testa.

Egregio direttore,

un abitante di Daverio interviene sulla questione dell’acqua e sollecita alcune risposte e precisazioni.
Negli ultimi anni Daverio ha visto un incremento della popolazione tra i più alti in Provincia. Ciò è dovuto a fattori fisiologici (lo spostamento dalle città ai Comuni più piccoli) ma anche a scelte delle precedenti Amministrazioni. Aver tenuto gli oneri di urbanizzazione fermi ai prezzi di circa quindici anni fa, non aver nemmeno adeguato gli oneri agli aumenti ISTAT (cosa che ha fatto la mia Amministrazione), aver proceduto per varianti di destinazione d’uso nel governare un territorio che era agricolo o standard ed è diventato residenziale, aver permesso di costruire in zone non adatte: tutto questo ha contribuito ad attrarre costruttori. Di qui l’aumento della popolazione e l’eredità di nuove costruzioni che la mia Amministrazione si trova a gestire anche per quanto riguarda i problemi idrici.
In attesa di interventi strutturali già previsti ma che richiederanno del tempo, in primis la nuova tubazione che attraverso Azzate ci collegherà alla rete ASPEM, stiamo realizzando i seguenti interventi: l’escavazione di un nuovo pozzo già in corso da una quindicina di giorni, potenziamento di pompe buster per sfruttare tutte le potenzialità del bacino principale di riserva idrica e di quello della frazione di Dobbiate. Questi interventi oltre a quelli di rinnovamento delle rete sono già in corso, sono attuati da ASPEM e sono finanziati dalla tariffa.
Quello che fa sorridere il mio concittadino è in questo contesto il problema più importante che stiamo cercando come Amministrazione di far recepire alla popolazione:il risparmio dell’acqua. E’ come un problema di matematica delle elementari: se in una vasca entrano tot litri d’acqua e ne escono tot, quanti ne rimangono? E’ evidente che per mantenere la vasca piena occorre che ne escano meno di quelli che entrano. In questo modo non si rimane senz’acqua. Questo risultato lo si ottiene con il risparmio idrico.
A questo scopo abbiamo sensibilizzato la popolazione con opuscoli e altro: un certo risultato lo abbiamo ottenuto, ma come dimostra il pericolo corso un paio di giorni fa, non è sufficiente. Per molti che adottano comportamenti virtuosi, ne rimangono molti che sottovalutano il problema e usano l’acqua per scopi non alimentari o igienici (ad esempio per innaffiare il giardino). Dispiace anche a me vedere un bel giardino disseccarsi. Ma occorre fare delle scelte. Oltretutto stiamo predisponendo botti di acqua non potabile in tutto il territorio comunale a cui i cittadini potranno attingere liberamente per prelevare acqua per orti e fiori. Come fare sì che il comportamento errato di alcune persone non metta in crisi un paese intero con forti ripercussioni sulla vita della popolazione? L’esperienza ci dice che la repressione non riesce a risolvere il problema. E’ difficile individuare e cogliere in flagrante chi innaffia di notte un giardino. La proposta che la mia Giunta ha deliberato e l’ordinanza che mi appresto ad emettere trova una soluzione a questo problema. Stabilisce un tetto massimo di 200 litri per persona per giorno (non sono pochi: invito i cittadini a prendere la bolletta ASPEM che hanno recentemente pagato, moltiplicare i metri cubi consumati per mille e dividerli per 182 – la bolletta è semestrale – e ricaveranno il loro consumo giornaliero; poi calcolino quanti sono in famiglia,moltiplichino 200 per il numero di familiari e si renderanno conto). Faremo delle letture supplementari e chi sforerà questo tetto sarà sottoposto a controlli ulteriori. A questo punto scatteranno le sanzioni. Non mi pare un provvedimento punitivo, come afferma il mio concittadino, ma un sano ed efficace strumento di prevenzione per garantire, o tentare di farlo, che l’acqua non ci manchi questa primavera-estate.
Che la proposta sia interessante lo dimostra il fatto che in un paio di giorni già alcuni Comuni mi hanno contattato per avere delucidazioni e si apprestano a prenderla seriamente in considerazione.
Cordialmente

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Aprile 2007
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