Antonella Ruggiero: “Per fare musica servono passione, rispetto e curiosità”

In attesa del grande concerto al Teatro Condominio, dedicato a Broadway, parliamo con una delle migliori interpreti della musica italiana

La sua voce cristallina, la sua passione estrema per la perfezione musicale, la sua voglia di sperimentare. Questo fa di Antonella Ruggiero una delle vere signore della musica italiana, un nome che tutti rispettano e che da sempre è sinonimo di grandi emozioni. Questo nome l’ha costruito con una ricerca continua ed appassionata, dagli esordi pop dei Matia Bazar (chi non ricorda “Solo tu”?) ha viaggiato molto, nel mondo “fisico” e in quello “musicale”, perfezionando sempre più il suo modo di interpretare. Così sono arrivati il viaggio in India, la passione per la musica sacra, le collaborazioni di “Registrazioni Moderne”.

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Oggi, dopo la grande prova che ha colpito il pubblico di Sanremo con il brano “Canzone fra le guerre” e l’uscita dell’album “Souvenir d’Italie” (che rivive in chiave jazz la musica italiana dal ‘15 al ‘45), la Ruggiero sarà protagonista al Teatro Condominio Vittorio Gassman di Gallarate, con un appuntamento fissato per venerdì 27 aprile alle 21. Questa volta l’interprete esplorerà ancora un altro repertorio, con lo spettacolo “Quattro passi per Broadway”.

Per conoscere al meglio le promesse di questa esibizione, abbiamo avuto occasione di parlare con lei, che con lo stile di chi ama la sua missione ha saputo trasmetterci con eleganza il suo ideale di musica. Ricordandoci che questa è per prima cosa un’arte, ma anche una passione.

In questo spettacolo porterà in scena le più belle musiche di Broadway. Con quale chiave saranno interpretate, cosa deve aspettarsi il pubblico?

«Sicuramente sarà una rielaborazione originale, e credo molto interessante, di alcune delle più grandi canzoni della prima fase di Broadway, da cui prese avvio il mito e il genere musicale. La rielaborazione sarà volutamente particolare, perché uno spettacolo del genere ha senso solo se porti qualcosa di nuovo. Canterò in maniera totalmente libera, lasciando spazio all’improvvisazione».

Nell’immaginario collettivo Broadway è sinonimo di fasti, di spettacolo, di sogno. Cosa ha rappresentato per lei il musical in passato, e cosa rappresenta oggi?

«Io, personalmente, non sono un’appassionata del musical in sé, di questo tipo di opere. Ma le canzoni che molti spettacoli racchiudono sono talmente straordinarie da essere entrate a far parte del patrimonio musicale mondiale, e non potevo perdere l’occasione di interpretarle, affrontando questo repertorio prezioso».
 

In questo periodo sta portando diversi spettacoli, che spaziano dal suo repertorio a quello della musica sacra. Il suo nuovo album, invece, riscopre la musica italiana dal ‘15 al ‘45. A Sanremo ha cantato persino con un coro di alpini. Insomma, sembra proprio che con la sua voce voglia sperimentare tutto l’universo musicale. Da cosa nasce questo desiderio?

«È vero, amo affrontare repertori diversi, ma con semplicità e facilità, perché la musica fa parte della mia natura e quindi per me è qualcosa di immediato. Tutte queste cose sono realizzate con il sorriso e con grande passione nei confronti delle canzoni. Una passione che nasce da un coinvolgimento che può arrivare da ricordi personali, dai racconti, dal contatto con musiche di altre culture ed altri luoghi. Ad esempio ho avuto occasione di cantare in una sinagoga di Berlino, un’esperienza unica. Questa passione mi permette di suscitare emozione in me e negli altri, in chi ascolta. Ieri ho cantato con dei cori di alpini e tra il pubblico c’erano tanti lucciconi, per chi è stato alpino e anche per i più giovani. Questo mi permette di capire che sto seguendo la strada giusta».
 

L’emozione di certe musiche, che trasmette al pubblico, deriva anche dalla capacità di veicolare un messaggio. Un messaggio importante, come quello che ha portato a Sanremo con “Canzone tra le guerre”. Secondo lei quale ruolo ha la musica italiana oggi, e quale scopo, in particolare, dà alla sua di musica?

«Io posso solo parlare di me, non conosco i motivi del lavoro degli altri. Oggi siamo sommersi da ogni tipo di musica, di ogni genere e provenienza. Molta di questa ha uno scopo puramente commerciale, la chiamo musica di superficie e sinceramente spesso mi annoia, così come annoia molte altre persone. Io penso che la musica sia uno strumento che non ha limiti, ha un valore inestimabile come poche altre arti. Chi fa musica con passione, penso anche gli strumentisti, ricerca una preparazione che richiede molta fatica. Ma quando la musica è realizzata in questo modo, colpisce anche quella parte del pubblico che prima non ne conosceva le reali potenzialità».

Questo viaggio musicale, fatto di passione, dove la porterà? Quali altri territori vuole esplorare?

«Sono molti i progetti che ho in mente. Oltre a questo spettacolo, commissionato nel 2001, sto portando avanti un omaggio ad Amalia Rodriguez, ho lo Stralunato Recital che racchiude le musiche dette etniche, la musica dei cori e Souvenir d’Italie che con un’impronta jazz mi ha dato molte soddisfazioni. E oltre a quello che già sto facendo, ci sono anche tante altre idee. Voglio riprendere l’elettronica ma in maniera molto pulita, non con un’impronta modaiola come quella di cui parlavamo poco fa. E voglio anche riprendere la musica sacra, perché Sacrarmonia è solo un cd e ci sono tanti altri brani da riprendere e interpretare. Il mondo è un immenso contenitore di musica, uno strumento tutto da conoscere».

Prima di farsi stupire con le tappe future dell’intrigante viaggio della Ruggiero, tuttavia, non dobbiamo perdere l’occasione di assistere alla tappa gallaratese. Anche perché VareseNews offrirà un interessante sconto a molti lettori, ecco come.

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Pubblicato il 26 Aprile 2007
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