Cartarie, è ora di crescere
Per Alessandro Nova, docente Bocconi: “Occorre che le imprese della filiera crescano in dimensione". In crescita le esportazioni del settore
Fabbriche legate alla storia di un territorio, quello del Varesotto, il cui nome è stato per decenni sinonimo di cartiere, torchi, stampatori. Immagini amarcord, ma non solo: il settore in provincia è ancora presente. I numeri non sono forse più quelli di una volta, ma l’attività è in pieno fermento, con livelli di esportazione in crescita. Il Gruppo merceologico “Cartarie, Editoriali e Poligrafiche” dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese conta 63 imprese per un totale di 2.816 addetti. In pratica si tratta del 4,7% delle imprese associate e il 4,2% dei lavoratori da esse impiegate. Una realtà che oggi si è riunita in assemblea nella sede di Gallarate dell’Unione Industriali.
Un’occasione per fare il punto della situazione, a partire dall’andamento delle vendite sui mercati esteri. A fine 2006 i prodotti di carta, dell’editoria e della stampa del territorio hanno raggiunto un valore di 160,2 milioni di euro, con un balzo in avanti del 9,5% rispetto ai numeri relativi al 2005. L’incremento è costante. Se si prende come punto di riferimento il 2004, infatti, la performance è ancora migliore, pari a un +13,5%. Il tutto a fronte di un marcato calo delle importazioni che a fine 2006 erano diminuite del 30% rispetto al 2005 e del 35% confrontando i livelli con quelli di due anni fa.
Dati che sono in linea con l’andamento nazionale. La situazione del comparto in Italia è stata presentata agli imprenditori da Alessandro Nova, docente dell’Università Bocconi di Milano. L’intervento del professore all’assemblea è partito da una constatazione: “La filiera carta, editoria, stampa e trasformazione in Italia ha ancora molti punti di forza, non ultimo il trend dell’export, cresciuto costantemente negli anni, nonostante delle congiunture non certo favorevoli”. Il settore, è stato il concetto espresso dal professore, ha saputo affermarsi sui mercati internazionali. Ora, però, si apre una sfida nuova per le imprese dei vari comparti. Quella della concorrenza internazionale “che prima poco toccava una realtà protetta, senza tanti competitor esteri”. Le cose stanno cambiando rapidamente e come per altre realtà industriali i più agguerriti sono i cinesi. E non solo: “Anche altri Paesi europei stanno crescendo”. Il modello concorrenziale sta cambiando: “Se prima l’imprenditore italiano doveva guardarsi solo dagli altri imprenditori italiani, oggi deve saper competere anche con imprese di oltre confine sempre più agguerrite”. Da surclassare, ha spiegato Nova, “cercando di specializzarsi sui segmenti a più alto valore aggiunto, sia nei processi produttivi, sia nei prodotti”.
Questo il risultato finale di un percorso da intraprendere partendo dalla crescita dimensionale delle imprese. “Un passo necessario”, lo ha definito il docente della Bocconi. “Il settore della carta – ha continuato – deve andare verso una riorganizzazione che non può non passare dalla ricerca di aggregazioni per meglio affrontare le nuove sfide che si stanno aprendo sui mercati internazionali. Un passo quanto mai indispensabile soprattutto per le realtà produttive che stanno a valle della filiera”. L’obiettivo deve essere il raggiungimento di quella “massa critica in grado di rendere più agevole l’introduzione delle tecnologie che possono innalzare i livelli qualitativi della produzione”. Unico modo per competere “su un mercato non più locale, ma sempre più mondiale”. Anche sul fronte della carta.
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