Cinquecento idee per un elefante

Pioggia di proposte per dare un nome alla nuova mascotte della Pallacanestro Varese, che entra in campo prima e dopo le partite della Whirlpool

È comparso da poche giornate, ma già molti tifosi si sono affezionati a lui: l’elefante di pelouche, alto circa due metri, con una lunghissima proboscide che è stato creato per fare da mascotte della Pallacanestro Varese ha ora bisogno di un nome.

Per questo motivo la società biancorossa ha lanciato tramite il proprio sito ufficiale la campagna "diamo il nome alla mascotte" che ha riscosso un grande successo. Sono state oltre cinquecento le e-mail giunte ai computer di via Sanvito, un numero inatteso ma sicuramente gradito. E così negli uffici della società del presidente Castiglioni – l’elefantino è un diretto omaggio alla storia industriale della proprietà – si sta per dare inizio alla "fase 2": scegliere dieci proposte e sottoporle al giudizio del pubblico.
«La gente si è davvero sbizzarrita» racconta il responsabile marketing Marco Zamberletti «Alcuni hanno mandato nomi simpatici, altri hanno fatto una vera e propria ricerca come quel tifoso che ha proposto un termine thailandese che tradotto significa "elefante coraggioso". Insomma, non sarà un lavoro semplice ridurre a dieci il numero dei nomi da mandare in votazione».

Qualche idea? Si va da Dino l’elefantino ad Annibale (ricordate il condottiero cartaginese che sconfisse i romani grazie ai suoi elefanti?); da Trunky a Tusky ("prodoscide" e "zanna" in inglese) fino a Lele-fante. Qualcuno, un po’ per burla un po’ sul serio, ha proposto anche di chiamarlo Adriano, per prendere in giro l’attaccante dell’Inter che ha litigato con Howell in discoteca, mentre non è mancato il contributo di qualche tifoso avversario per altro non particolarmente illuminato.

L’idea di una mascotte, che ha fatto storcere il naso ai "puristi" (ma non a Galanda, che ha subito fatto amicizia con l’elefantino), non è una novità assoluta. Nel 2000, in piena era Roosters, al palazzetto comparve un gallo gigante chiamato "Roosty", che ebbe vita breve viste le difficoltà della squadra biancorossa. Se il parametro del gradimento sarà il medesimo, c’è quindi da augurarsi che l’elefante duri più. La mascotte animata è da tanti anni in voga negli sport americani; nella Nba il più famoso è forse "The Gorilla" dei Phoenix Suns dentro il quale si muove un vero atleta-saltimbanco.
In Italia ci sono altri pupazzi-mascotte, adottati anche dalla Lega Basket durante i propri eventi: dall’ape Andrea di Pesaro all’orso Ghigo di Treviso.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Aprile 2007
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