Clima teso e tante “prime” in consiglio comunale

Lega Nord battagliera all'opposzione, esordio di Cinzia Colombo e la proposta di istituire una commissione sul polo ospedaliero con Busto hanno scaldato l'ambiente

Consiglio comunale teso a Gallarate. Alcune “prime” da non sottovalutare in apertura. Innanziutto l’esordio in sala Camussi di Cinzia Colombo, neo consigliera di Rifondazione Comunista, seconda donna tra i banchi dell’assise cittadina (va ad affiancare Laura Floris), che sostituisce Stefano Rizzi, troppo impegnato dal lavoro per poter continuare con serietà e dedizione il proprio lavoro. Da citare doverosamente la “prima” della Lega Nord tra i banchi dell’opposizione dopo l’affaire Caielli: i leghisti hanno dimostrato fin da subito di essere decisi a fare opposizione vera, ponendo già in fase di comunicazioni alcune questioni importanti, prima fra tutte la richiesta dei documenti che attestino i depositi alla Camera di Commercio del bilancio di Amsc Spa per gli anni 2004 e 2005, che non risultano agli atti delle visure camerali portati in consiglio da Antonio Trecate. Infine, ultima ma non ultima, la prima volta di Roberto Bongini nella veste di assessore non più targato Lega Nord, vista l’espulsione sancita dal commissario-panzer del Carroccio cittadino Andrea Mascetti: Bongini è arrivato tra i primi, come sempre, e come sempre ostentava sul petto, ben appuntata sulla giacca, la spilla con l’effige di Alberto da Giussano, segno di appartenenza a prescindere da qualsiasi decisione dall’alto. Una chicca: l’assessore ai Servizi Sociali non ha ascoltato neppure un intervento del suo ex capogruppo Matteo Ciampoli: non appena questi prendeva la parola, Bongini si alzava e guadagnava rapido l’uscita. Pensare ad una coincidenza è difficile.  

Venendo ai temi politici, il consiglio comunale si è aperto con il ricordo rivolto dal presidente Donato Lozito a due gallaratesi scomparsi recentemente, Carlo Bardelli e Romeo Colombo, entrambi attivi nella vita politico-amministrativa della città negli anni Settanta e Ottanta. Una sala Camussi insolitamente gremita (in quinta fila anche l’ex assessore alla Sicurezza Giorgio Caielli, accompagnato dai leghisti Stefano Gualandris e Sandro Rech, da poco ex segretario cittadino del Carroccio) ha assistito alle prime scaramucce tra Ciampoli e il primo cittadino Nicola Mucci, che hanno ricordato le ormai note vicende che hanno portato alla destituzione dell’assessore Caielli. Tra i due si è inserito Roberto Borgo, capogruppo leghista nella scorsa legislatura, che ha attaccato l’attuale maggioranza, invintandola a riflettere su alcune scelte, viabilità innanziutto, con riferimento all’area Borgomaneri e a piazza Risorgimento in particolare, e questione nomadi (o presunti tali), per la quale ha risposto Mucci: «A Gallarate c’è una situazione particolare – ha spiegato il sindaco -. L’amministrazione Luini nel ’94 ha pero un ricorso in Consiglio di Stato perchè tentò lo sgombero di via De Magri: la motivazione fu che era stato lo stesso Comune negli anni Settanta a stabilire che quell’area dovesse essere occupata dai “nomadi” e che quindi era il Comune a dover risolvere in altra maniera la situazione. Noi abbiamo chiesto ad un legale di valutare il caso con tutte le sue sfaccettature: se la Lega ha soluzioni da proporre, si faccia avanti, è la benvenuta. Il fatto è che a gallarate un problema nomadi c’è: va risolto con concretezza».  

Più liscia è andata l’approvazione del contratto di servizio con Accam Spa: Cinzia Colombo ha presentato il suo primo emendamento, dal sapore ambientalista, ed ha potuto conoscere la prima bocciatura, giudicato da tutti tardivo. Da più parti si è comunque sottolineato l’impegno per un monitoraggio che sta migliorando e la necessità di porre le basi per trovare alternative valide ai termovalorizzatori ormai desueti come quello bustese. La tensione ha toccato il culmine sull’ultimo punto discusso: una mozione di Giuseppe Martignoni, capogruppo di An, che proponeva la creazione di una commissione che valuti l’andamento dell’ospedale gallaratese. Forza Italia e Dc/Nuovo Psi hanno chiesto ed ottenuto un’integrazione, che ha però fatto cambiare il senso della mozione stessa: infatti nel testo poi approvato coi voti della maggioranza e della Lega Nord si parla di una commissione che valuti la possibilità di creare un nuovo polo ospedaliero unico con Busto Arsizio, partendo dall’analisi dell’esistente. Il centrosinistra ha votato contro, accusando An di non aver rispettato il senso della mozione originaria: «L’originale l’avremmo votata – ha detto Pierluigi Galli (Ds) -, questa parla di aria fritta, di un “Ponte di Messina” di cui non sappiamo nulla». Quintino Magarò del Polo Civico di Centro ha invece attaccato An, apprezzando l’integrazione di Forza Italia «perchè va in una direzione che interessa ai cittadini, non come la mozione strumentale ed emozionale proposta da Martignoni». Anche Ciampoli (Lega Nord) ha criticato An: «Appiattita ancora una volta sulle posizioni di Forza Italia». Infine è intervenuto anche Mucci, che ha fatto appello all’intelligenza di tutti, ricordando che «l’ospedale unico è un tema caldo, che si dibatte da tempo: solo con una commissione ad hoc è analizzabile nel suo complesso, altre ipotesi sono assurde e questa mozione non fa altro che dare un indirizzo per una futura creazione, senza decidere o imporre niente». Aula chiusa a mezzanotte con tanti auguri di Buona Pasqua e un clima che si annuncia rovente, specie tra le fila del centrodestra, in vista della campagna elettorale per le elezioni provinciali di maggio.

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Pubblicato il 03 Aprile 2007
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