Fuoco incrociato su Busto Civitas: Gobbi il candidato alle provinciali

Sarà Giovanni Battista Gobbi il "bustocivista" inserito nelle liste provinciali dell'UDC; "bruciati" dai veti incrociati di Lega e Forza Italia i nomi di Rosa, Marelli e Fontana

Gratti il Fontana e salta fuori il Gobbi. È quel che succede in casa Busto Civitas in fatto di candidature alle provinciali: infatti il movimento creatosi intorno a Luigi Rosa alla vigilia delle comunali dello scorso anno è stato cortesemente "ospitato" nelle proprie liste dall’UDC, con inevitabile codazzo di polemiche e ironie. Una candidatura con l’UDC nel collegio di Sacconago e Borsano era stata infatti riservata ad un esponente di Busto Civitas, forte di un sostegno locale significativo a Borsano, grazie all’appoggio dato ai tempi dall’ex sindaco Rosa e dai suoi alle istanze del quartiere, particolarmente in materia di ambiente. Ma il nome del candidato non è quello di Carlo Fontana, già una sorta di "pro-sindaco" di Borsano sotto l’amministrazione Rosa, bensì quello di Giovanni Battista Gobbi, 39 anni, tra i fondatori di Busto Civitas.

Il fatto è che sulla triade Fontana-Rosa-Alessandro Marelli (presidente di Busto Civitas e già assessore in quota Lega Nord) c’è stata una levata di scudi nel centrodestra: la Lega si è imbizzarrita al solo sentir nominare Rosa (e, secondariamente, Marelli), mentre Forza Italia avrebbe opposto un veto alla candidatura nelle file UDC del "transfuga" Fontana. «Per noi non è questione di nomi ma di contenuti, per questo eravamo rimasti sul vago» minimizza con tatto Marelli. «Veti? Così hanno scritto sui quotidiani, ma smentite finora non se ne sono sentite. Di certo qualcosa c’è stato, in ogni caso non siamo stati noi a farne una questione di nomi. Personalmente non ho pensato di candidarmi, ho impegni personali importanti e la presidenza dell’associaizone mi basta e avanza. Quanto ai commenti mordaci sul nostro accordo con l’UDC, be’, non vale la pena di parlarne, certo sono poco eleganti». Ma, anche a non volere aggiugnere altro, ecco spuntare implacabile l’"ex" Mario Cislaghi, serafico e vendicativo: «Cornuti e mazziati» commenta con un sorriso a quarantaquattro denti che si vede anche per telefono. «Con la candidatura di Fontana si era toccato il fondo, ma ora, bruciati i nomi dei vertici, si è cominciato a scavare. Abbiamo fatto bene ad andarcene, altro che storie».

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Pubblicato il 27 Aprile 2007
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