Grandi e piccole manovre tra bilancio e elezioni provinciali

Mentre la Lega digerisce con difficoltà un bilancio sgradito che stava per far saltare, si osserva la "navigazione a vista" dei due tronconi separati di Busto Civitas

I sommovimenti della politica bustocca in vista delle elezioni provinciali e all’indomani della sofferta approvazione del bilancio offrono materiale per qualche riflessione. La Lega Nord si è erta a protagonista dell’ultimo consiglio comunale, scatenando un principio di panico nella maggioranza salvo farsi rassicurare all’ultimo momento e a porte ben chiuse sui propri desiderata – su tutti l’istituzione della famosa società patrimoniale, ovviamente da affidare ad un leghista, ma anche le esternalizzazioni ad Agesp dei servizi non diretti alla persona. Ma con quello che accade ormai quasi quotidianamente in provincia, con Lega e Udc di volta in volta sotto attacco o animate da improvvisi mal di pancia, assessori che non vogliono staccarsi dalle poltrone ed altri che ne vengono forzosamente rimossi, sindaci pubblicamente attaccati in televisione o denunciati alla stampa dai loro stessi ex assessori, quel che accade a Busto sembra davvero poca cosa.

Anche la parabola di Busto Civitas è da segnalare. Disgregatasi nelle sue componenti "rosiana" e "comitatense", che si disputano tuttora la denominazione Busto Civitas, una volta esaurito il suo compito di cartello elettorale, ora è in cerca di identità e ricollocazione sullo scenario. Mario Cislaghi, dopo le porte chiuse (fisicamente) in faccia
dagli ex compagni di viaggio, si sta avvicinando alla maggioranza. La
sua astensione sul bilancio, oltre che come presa d’atto
dell’accoglimento di alcuni dei suoi emendamenti, va letta come
un’apertura di credito verso l’amministrazione, con la quale i comitati
di quartiere devono necessariamente avere un rapporto costruttivo. In
questa luce va letta anche l’assemblea pubblica recentemente tenutasi
nel rione San Giuseppe, presenti esponenti dei comitati, sindaco e
assessore al bilancio. Un’evoluzione inevitabile dopo la rottura con l’ex sindaco Rosa.

Per quanto attiene i "rosiani", dopo la "bufala" (come la definì Rosa) delle trattative con il Polo Civico di centro, che provocò lo "strappo" di Cislaghi, ora le voci parlano di una possibile trattativa con l’UDC, non tanto a livello locale quanto in vista del voto provinciale. Insolitamente precisi, i mormorii provenienti dagli ambienti politici vedrebbero in Carlo Fontana un possibile candidato in quota UDC nel collegio di Sacconago e Borsano. Si rischierebbe però, in caso di successo, di disgregare Busto Civitas una volta per tutte, oppure di ritrovarsi un Fontana di lotta a Busto e uno di governo a Varese. Contattato, Fontana, invece di negare, si rifiuta categoricamente di «commentare i commenti altrui»; «sono solo voci, contatti finora non ce ne sono stati» assicura poi per l’UDC bustese l’assessore Giuseppe Zingale. Muro di gomma o ennesima bufala? In comune le due parti hanno la politica a favore della famiglia, che anche l’UDC vedrebbe con favore: Fontana denuncia con parole di fuoco l’addizionale Irpef «iniqua, che colpisce soprattutto chi ha figli a carico», ribadendo l’intenzione di creare l’auspicato Tavolo dei valori cattolici e la volontà di costitutire con associazioni un Forum delle famiglie da estendere a livello provinciale. Intanto il segretario cittadino della Lega Gorini sulla stampa locale avverte fra le righe l’UDC, dando chiaramente ad intendere di non gradire l’ipotesi di una rentrée di Rosa e dei suoi, da qualsivoglia finestra avvenga.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Aprile 2007
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