Iniziano i lavori per la diga sull’Olona
Una colata di cemento ha dato avvia all'opera. Unanime la soddisfazione del mondo politico ed economico, ma non manca qualche critica
Una colata di cemento dà il via ai lavori della diga sull’Olona a Malnate-Gurone. Dopo anni di incertezza e di tira e molla, mercoledì 18 aprile, la Provincia ha convocato rappresentanti del mondo politico, economico e delle associazioni per annunciare che in due anni la diga sarà realtà. Un sollievo per gli amministratori locali intervenuti, un traguardo per chi da circa 25 anni lavora alla realizzazione di quest’opera che servirà a proteggere i territori lungo l’Olona dalle piene del corso d’acqua. Anche se l’ottimismo è stata la parola d’ordine del giorno, non è mancata qualche critica.
Al benvenuto alla "nuova nata in provincia" dell’assessore alla Tutela Ambientale Francesco Pintus, che parla di «un sogno ormai realizzato, che mi è quasi costato le dimissioni», è seguito l’intervento di Olinto Manini (al centro, nella foto, con gli altri sindaci della valle Olona). Il sindaco di Malnate si è detto infatti «consapevole della necessità di proteggere il territorio dalle esondazioni, ma devo portare qualche nota non certo di entusiasmo. Il discorso intorno a questa diga non si chiude certo oggi». Le preoccupazioni di Manini si concentrano sui controlli necessari affinché «l’opera non diventi devastante per il territorio. È fondamentale poi pensare e continuare i lavori a valle». Il terzo intervenuto fra i diretti protagonisti del progetto è il presidente della Provincia Marco Reguzzoni. Ringraziato e applaudito da tutti, Reguzzoni ha a sua volta ringraziato tutti quelli che in qualche modo hanno collaborato. Ma non ha certo lesinato critiche e tirate d’orecchie, approfittando delle parole dell’ex senatore Piero Pellicini (An) secondo cui «Roma per una volta non è stata lontana».
«Non sono del tutto d’accordo con Pellicini – ha spiegato il presidente (nella foto con l’assessore Pintus) -. A parte casi isolati, come l’onorevole Airaghi e l’ex ministro Matteoli, Roma anche questa volta è una delle cause di tanto ritardo. In questi anni abbiamo avuto la contrarietà di parecchi uffici romani: se fossimo uno stato federale, non avremmo aspettato 30 anni per la diga». Discussioni a parte, Reguzzoni si è soffermato sul progetto. «Un muro di 16 metri oscurato che sembrarà una collina e servirà a raccogliere l’acqua in caso di esondazione. Nei momenti di calma, tutta quest’ area sarà utilizzabile come un parco».
Per questo, anche Legambiente è coinvolta. «Dovremo aprire un osservatorio per la gestione dell’area naturale – spiega l’ex presidente Alberto Minazzi -. Siamo critici sulla diga, ma è necessario pensare anche alla tutela del territorio».
Puntano l’attenzione sulle conseguenze positive per la vita della Valle Olona i comuni del cosiddetto Medio Olona. A rappresentarli, i cinque sindaci: Celestino Cerana di Marnate, Giuseppe Bianchi e Giorgio Volpi di Solbiate e Olgiate Olona, Fabrizio Farisoglio di Castellanza e Clara Fanton di Cairate. In rappresentanza di Varese c’era il consigliere comunale Franco Prevosti di Forza Italia. «Dopo anni di crisi – spiegano – questa è un’occasione di rinascita per la valle. Guardare al di là dei confini e collaborare porta dei risultati. La diga è un’opera necessaria che richiede però attenzione: dobbiamo essere sicuri che ci siano i fondi per tutta l’opera e che venga garantita la salvaguadia dell’ambiente».
La cerimonia si è quindi conclusa con la "benedizione" del professor Salvatore Furia, fondatore e presidente della Società Astronomica G.V. Schiapparelli, che ha ricordato «le notti svegli durante le esondazioni e la speranza di veder crescere quest’opera». La colata di cemento che ha dato il via ai lavori è arrivata con la vera benedizione di Don Corti, parroco di Malnate.
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