La Whirlpool che vogliamo: infiamma Masnago e travolge Cantù
Varese-Tisettanta 80-69. Un tremendo secondo tempo dei biancorossi abbatte i brianzoli nel derby davanti al tutto esaurito. I playoff tornano nel mirino
Avevamo auspicato che
Una volta di più è il collettivo a fare la differenza: da un Magnano che stavolta azzecca ogni scelta a Capin, miglior marcatore, passando dalla produttività di Galanda al coraggio di Carter fino all’utilità di un Holland non al meglio. Il tutto condito da un Rolando Howell stavolta strepitoso nel momento giusto, nel cuore cioè del terzo periodo in cui Varese manda al tappeto i rivali (parziale di 14-0) con canestri importanti del pivot abbinati alla solita difesa da piovra.
Varese fa suo un derby – il quarto consecutivo – a tratti molto bello, anche dal punto di vista dello spettacolo; una gara che si risolve quando Cantù inizia a balbettare dall’arco dopo un avvio strepitoso e non trova nei suoi americani quelle risposte che giungono dai soli Mazzarino e Jones. Il popolo biancorosso può così gioire, in attesa di rivedere nelle ultime due partite la stessa intensità e la medesima voglia di vincere. Quelle qualità che ci possono e ci devono mandare ai playoff.
COLPO D’OCCHIO – Per il derby non c’è screzio tra i tifosi che tenga. Tutta Masnago si presenta “compatta e nerboruta” a formare un mare biancorosso per spingere la Whirlpool contro Cantù. Volti noti e importanti in parterre: da Charlie Recalcati dal cuore diviso, a Sandro Gamba omaggiato nel prepartita con la presentazione del libro a lui dedicato, fino al presidente federale Maifredi e a Cecco Vescovi. Il derby è sempre un brivido.
PALLA A DUE – Molti fischi e qualche applauso per l’unico ex Paolo Conti alla presentazione. Il lungo non è comunque nel quintetto di Sacripanti, al solito tutto straniero. Per Magnano non cambia nulla rispetto a Roma, con Hafnar ala titolare al posto dell’acciaccato Holland.
Nel mini intervallo solita, spettacolare coreografia della Nord, che ormai ci ha abituato a spettacoli simili: il refrain questa volta è il classico “bruceremo Cantù”.
Varese (con Jordan in panca) si riavvicina ma spreca con Holland i tiri liberi del riaggancio; Delonte comunque è un fattore pesante nell’economia varesina, dove anche la difesa fa buon lavoro. Anzi, parte dalla retroguardia (rubata e contropiede di Capin) il primo pareggio, con Sacripanti costretto al timeout (23-23). Tocca allora a Mazzarino e Jordan riaprire il solco dall’arco (28-35), dove Cantù vanta percentuali tremende.
La sorpresa di inizio terzo periodo, quello in cui la gara si decide, è un Howell pungente in attacco che firma il nuovo pareggio e poi la straordinaria schiacciata del 46-44, con urlaccio in faccia a Wilson. Cantù è soprattutto Jordan, ma Carter e Galanda trovano le due triple che incendiano Masnago e segnano il primo vantaggio vero (52-46). Qualche problema per Magnano giunge dalla situazione falli, con Gek, Keys e Capin a quota tre. Howell inchioda il +10 al
IL FINALE – Passano 2’40” e un timeout prima di vedere palloni a segno nell’ultimo quarto (Holland), con Magnano che cambia radicalmente il quintetto (solo Hafnar resta in campo). Jones diventa protagonista con un 6-0 tutto suo che riporta sotto Cantù, 65-56, finché Keys non colpisce dall’arco. Rientrano Jordan e Carter, ma sono Mazzarino e Shaw a fare paura, insieme a uno sfondamento più che dubbio contro Holland. Da Carter arriva ossigeno puro; arriva anche il quinto fallo di Jordan su cui Keys fa un solo libero (71-62) come poi Smith. In lunetta va anche Howell per un 2/2 quasi epocale.
IL PROTAGONISTA – Tutti in piedi per Rolando Howell. Tocca a lui stavolta a girare la partita, con quella raffica che riempie il terzo periodo e stupisce l’intero palasport. A restare a bocca aperta è soprattutto la difesa ospite, che nel momento più delicato si vede trafiggere nel cuore dell’area dal saltatore americano.
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