Le mille facce della crisi Whirlpool

I biancorossi hanno toccato la sera più nera dell'anno proprio contro quel Pillastrini che sfiorò la panchina di Varese. La società fa quadrato, Chiapparo squalificato un mese

Striscioni arrotolati (foto sotto: www.simoneraso.com), fischi e insulti a squadra e allenatore, occhi bassi e coda tra le gambe, nervosismo palpabile tra i dirigenti. Il dopo Varese-Montegranaro tra stomaci in rivolta e pensieri accavallati nel cervello è stato un momento tremendo per tutti quelli che amano la Whirlpool, che per lei perdono ore di sonno e di viaggio, che puntualmente perdono la voce sugli spalti e l’appetito dopo gare del genere.
A ventiquattr’ore di distanza, cerchiamo di trovare a mente fredda – ma non troppo serena – qualche spunto che possa far riflettere. Non pretendiamo di trovare soluzioni, non è il nostro compito. Ma ricordare a tutti quanto è successo è doveroso.

ULTIMA SPIAGGIA – Iniziamo da uno sguardo alla situazione di classifica, che a sorpresa riserva qualche raggio di sole. I risultati di ieri (Napoli vittoriosa a Scafati, Climamio sconfitta con Roma) ha ridotto a tre posti per quattro squadre la lotta playoff. Tra queste la Whirlpool, le cui tabelle sono saltate per aria. Ci si giocherà tutto nelle rimanenti sei gare, a partire da giovedì a Livorno, ma tecnici e giocatori di Varese con ieri hanno toccato l’ultima spiaggia. Da oggi in poi bisognerà pensare comunque a raggiungere l’obiettivo playoff. I margini, incredibilmente, ci sono; ma da qui in avanti chi mancherà l’appuntamento finirà di diritto nella lista dei traditori.

ERRORI DI TUTTI I COLORI– Una sconfitta come quella maturata contro la Premiata non può infatti avere un solo colpevole. Ed è necessario che tutti alzino la mano e si prendano la propria parte di responsabilità. Di certo Magnano ha perso il confronto con Pillastrini, più nel preparare il match che nel gestirlo. I marchigiani sono apparsi più rapidi nello schierarsi, più abili a imbrigliare Holland e a infastidire Galanda e via dicendo.
Ma se il coach ha colpe, se ne vergogna e magari in futuro le pagherà, chi è andato in campo non può vantare alibi, né oggi, né da qui al termine della stagione.
Non è ammissibile vedere prove come quelle di Capin e Howell (i peggiori con Holland, che per lo meno di gare toste ne ha infilate parecchie), non consola il furore dell’ultimo quintetto che ha sfiorato la rimonta. Certe partite vanno giocate dalla contesa, soprattutto quando si viene da due sconfitte gravi e consecutive (e invece si è entrati in campo con 4/20 al tiro). Questo vale anche in Prima Divisione, figuriamoci per i professionisti, che devono essere tali non solo quando controllano i bonifici bancari.

SUMMIT NEL DOPO GARA – La serata a Masnago si è allungata di un’ora rispetto al solito per i vertici biancorossi. Negli uffici del palasport si è svolto un incontro tra Claudio Castiglioni, Chiapparo, Oioli, Magnano e Beltramo che hanno lasciato l’impianto con il buio. Società e staff hanno parlato a lungo, uscendo con la volontà di fare quadrato in vista dei prossimi impegni. Una unità a parole ribadita sia da Chiapparo («Dobbiamo riconquistare credibilità tutti insieme») sia da Oioli («Vanno evitate altre figuracce simili») che domattina (martedì) sarà comunicata ai giocatori che si ritroveranno in vista di Livorno.

CHIAPPARO, UN MESE OUT – Nel frattempo il consigliere delegato biancorosso è stato colpito da una dura squalifica a causa delle proteste nei confronti degli arbitri durante e dopo la gara. Per lui è giunta un’inibizione fino a tutto il 13 maggio 2007.

LA VENDETTA DEL PILLA – Stefano Pillastrini è l’allenatore dell’anno e soprattutto è stato il killer della Whirlpool con i suoi ragazzi di Montegranaro. Il "Pilla", che la prossima estate sarà conteso da più di una "grande" (Fortitudo?), si è così preso una bella rivincita su Varese che nell’ottobre 2003 lo chiamò per sostituire il dimissionario Rusconi. Quel giorno Pillastrini rimase in un bar cittadino tutto il pomeriggio in attesa di firmare un contratto che nessuno gli portò. Nelle stesse ore infatti un gruppo di giocatori (De Pol, Vescovi, Meneghin e Conti) si recò da patron Castiglioni per chiedere di lasciare in sella Giulio Cadeo, vice di Rusconi. Non c’è alcuna riprova, ma forse se quel giorno Pillastrini avesse firmato, la storia di Varese sarebbe in parte cambiata in meglio. 

LA VOCE DEI TIFOSI – Una cosa ha accomunato i quattromila sugli spalti di Masnago. Lo sguardo attonito, prima ancora che inviperito. Come accade in questi casi gli spettatori paganti hanno poi reagito in modi diversi: dalla contestazione a Magnano ai fischi per i giocatori fino al sostegno della curva per De Pol e Castiglioni. Tutte posizioni rispettabili, tutte opinioni plausibili che Varesenews ospiterà nelle proprie pagine. Chi volesse inviarcele lo può fare scrivendo all’indirizzo sport@varesenews.it

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Pubblicato il 16 Aprile 2007
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