Ragazzi in fuga dalla scuola: la prevenzione può fermarli
Istituzioni, scuole e volontariato riuniti attorno ad un tavolo per valutare le dimensioni dell'abbandono scolastico e le politiche di prevenzione sul territorio
La provincia di Varese registra negli ultimi anni una diminuzione della dispersione scolastica. Si tratta di un risultato importante che premia, anche, il lavoro di supporto e di prevenzione avviato sul territorio dagli attori principali, come l’Asl, la Provincia, l’Ufficio provinciale Scolastico, il terzo settore: «In tre anni – ha spiegato il direttore generale dell’Asl Pierluigi Zeli – abbiamo raddoppiato i fondi a disposizione di progetti per la prevenzione della dispresione. La legge 23 del ’99 destina dei finanziamenti per il sostegno della famiglia. Negli ultimi anni, insieme ai sindaci del territorio, abbiamo deciso di puntare su questo tasto molto dolente, dato che nella scuola i ragazzi si formano per affrontare la vita».
In due anni, i fondi per i progetti contro l’abbandono scolastico sono saliti dagli oltre 242 mila euro del 2004 ai 447 mila dello scorso anno.
Questa mattina allo Yes Hoetl di Varese, la Direzione sociale dell’Asl ha presentato i risultati ottenuti sul territorio partendo dalla fotografia del fenomeno. Due le ricerche presentate: la prima condotta dall’università Bocconi di Milano in collaborazione con la cooperativa sociale Educational team, la seconda dalla cooperativa sociale Finisterre che ha indagato il fenomeno nelle scuole medie di Saronno
«Il trend in discesa non deve far gridare alla vittoria – spiega il dottor Alberto Bramanti, docente della Bocconi – il fenomeno è altalenante. Ci si attende una nuova impennata con l’arrivo degli studenti extracomunitari. Sicuramente, i risultati ottenuti sono frutto di un lavoro a rete dove convogliano sia le istituzioni, sia l’istruzione, la formazione, la famiglia e l’impresa. Ormai la scuola non è più sufficiente ad arginare un problema che è trasversale perchè dipende dal disagio personale di ognuno. Si abbandona dopo una bocciatura, o perchè si perde l’interesse nello studio, ma anche perchè la famiglia non reputa la scuola educativa, per situazioni familiari disastrose, per scarsa autostima».
Proprio l’autostima è una delle ragioni principali che porta all’abbandono: «Tutti questi ragazzi hanno una storia di iniziative spezzate e non portate a compimento – ha commentato Andrea Maldera, presidente della Cooperativa sociale Naturart – Lo scorso anno, abbiamo distribuito dei questionari agli insegnanti di tutte le scuole medie di Varese per fotografare il fenomeno. Effettivamente anche in questa fascia di età, in obbligo formativo, una piccolo numero di ragazzi sparisce nel nulla. Sulla base delle risposte ricevute, abbiamo avviato un laboratorio parallelo ai corsi EDA per rimotivare questi giovani. Nel percorso, gli studenti riescono a raggiungere il diploma di terza media ma hanno anche sostegno per recuperare la fiducia in sé stessi.
Tra le cause di questi fallimenti c’è sicuramente anche il nostro sistema scolastico, che ha maglie troppo larghe per impedire fughe pericolose».
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