Rifondazione Comunista: stop ai ticket

Documento dei consiglieri regionali di RC uno sguardo critico alla situazione della sanità lombarda

Riceviamo e pubblichiamo

Nella nostra regione, i cittadini pagano un ticket gravoso, che è in assoluto il più alto d’Italia. Contrariamente a quanto Formigoni racconta attraverso un’accorta campagna di disinformazione, il problema ticket è una specificità quasi interamente lombarda, dato che il provvedimento di reintroduzione della tassa sui farmaci, che risale al mese di dicembre 2002, equello che ha introdotto l’aumento di 10 euro sul ticket di 36 euro per visite specialistiche ed esami, che risale a marzo del 2003, sono delibere della Giunta regionale. E prima dei ticket, dicendo che lo faceva per evitarli, Formigoni aveva aumentato dello 0,5%l’addizionale IRPEF regionale e sottoposto a totale pagamento, passandoli dalla fascia A alla fasciaC, circa 100 farmaci prima gratuiti. Nel corso di questi ultimi anni, ci sono poi stati numerosi altri provvedimenti riguardanti la compartecipazione dei cittadini, provvedimenti che hanno progressivamente contribuito ad aggravare in modo significativo il carico di spesa sulle famiglie e sulle singole persone. Con delibera dell’agosto 2006, la Regione Lombardia ha abolito la gratuità di numerose prestazioni per la riabilitazione e la possibilità di ricorrere al day hospital per diversi piccoli interventi chirurgici riclassificati come interventi ambulatoriali, al solo scopo di far gravare sui pazienti il ticket prima non richiesto. Poi sono state incrementate di sette euro la prima visita e la visita di controllo. E infine si èintrodotto il ticket su prestazioni di fisioterapia che negli istituti di riabilitazione venivano prima garantite gratuitamente. Insomma una miriade di balzelli, tutti introdotti dal governo di centrodestra della Lombardia, trannequei 10 euro per ricetta previsti nella Finanziaria nazionale che hanno visto la nostra nettacontrarietà e che per fortuna risultano rimessi in discussione a partire dal 1 aprile 2007. E’ infatti ora in atto un percorso per assicurare la copertura dei mancati introiti (accordo Stato-Regioni che prevede una parte a carico dello Stato; emendamento del Prc passato al Senato per la riduzione da 10 a 3,5 Euro). E a questo proposito non possiamo che respingere fermamente l’ipotesi avanzata dal neoassessore Bresciani di una sostituzione, in Lombardia, della parte di copertura regionale con un ticket che andrebbe a gravare ulteriormente sulle prestazioni di costo superiore a 10 euro – e tra queste ci sono, per esempio, gli esami per la ricerca di epatiti di tipo B o C, dell’HIV (AIDS) e del tumorealla mammella. Vale poi la pena ricordare le ricadute sociali di tutti questi provvedimenti: i ticket pesanointeramente su tutti i lavoratori e le loro famiglie indipendentemente dal reddito; e anche sulle famiglie con figli inferiori ai sei anni e anziani ultrasessantacinquenni, se superano i 35 mila euro direddito. Si capisce quindi l’odiosità di un carico di compartecipazione economica che grava perintero su tutto l’universo del lavoro, pure sul lavoro precario escluso da qualsiasi beneficio di esenzione. Per questo è utile richiamare l’incomprensibile indifferenza manifestata da parte della maggioranzain Consiglio regionale nei confronti del progetto di legge di iniziativa popolare, che sul tema delle esenzioni interviene con puntualità e realismo. Ferma restando la difesa del principio della gratuità della sanità in quanto servizio universalistico sostenuto dalla fiscalità generale da parte di tutti i cittadini, riteniamo che in Lombardia sia non più differibile un intervento di riordino della compartecipazione e in particolare del sistema di esenzioni, che nella situazione attuale è anch’esso fonte di ingiustizia e iniquità. E avanziamo quindi alcune proposte:

 • rivedere tutta la disciplina delle esenzioni per i farmaci, le visite e gli esami estendendola airedditi inferiori a 30 mila euro (applicando l’ISEE);

• eliminare il ticket lombardo sul pronto soccorso (35 e 50 euro);

• elevare a 50mila euro il reddito per l’esenzione dei minori di sei anni e degli anziani ultrasessantacinquenni, per attualizzare il riferimento a 35mila euro ora in vigore e risalente al 1994;

 • prevedere la gratuità totale per coloro che sono affetti da malattie rare e per i malati cronici,anche per farmaci e prestazioni indotte indirettamente dalla malattia;

• ripristinare la gratuità delle prestazioni di fisioterapia che la Giunta regionale ha abolito nei provvedimenti dell’agosto 2006 e del marzo 2007;

• sopprimere l’aumento di 7 euro per prima visita e visita di controllo.

E non si dica che non è possibile intervenire in altre direzioni per determinare un risparmio sulla spesa sanitaria: sarebbe sufficiente incrementare la diffusione dei farmaci generici, dare pienaattuazione alla distribuzione diretta dei farmaci da parte degli ospedali e, infine, agire sull’appropriatezza delle prestazioni, rivedendo il sistema di accreditamento delle strutture private, in particolare nel campo diagnostico e in quello della riabilitazione.

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Pubblicato il 23 Aprile 2007
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