Sequestro Vergani, fermato un uomo

Il primo ascoltato è un uomo che vive sul lago d'Orta, in passato aveva lavorato con il padre della giovane. Scoperto anche il covo

Un uomo fermato nella notte e quattro donne portate in Questura per accertamenti: la situazione del sequestro Vergani è in continua evoluzione.
Il fermato è Virgilio Giromini, 46 anni, anche lui di Miasino. È considerato il telefonista-organizzatore del sequestro. Abita in frazione Tortirogno, mentre i Vergani sono in quella di Pisogno.
È stato invece rinviato l’interrogatorio della convivente dell’uomo fermato, Stella Vetrano, delle figlie di quest’ultima di 16 e 20 anni, e della madre di Giromini, convocate in Questura.
Virgilio Giromini, 46 anniin passato aveva lavorato con Claudio Vergani, padre delle giovane ragazza rapita.  Il sequestro, secondo le prime ricostruzioni, era stato preparato nei particolari già da un mese.  La banda sarebbe stata tradita dai cellulari. Per il rilascio della giovane non è stato pagato alcun riscatto. La cifra richiesta era di quattro milioni di euro.
Barbara, una volta rilasciata,  aveva subito raccontato molti particolari del rapimento lampo, durato poco più di 26 ore. «Mentre ero sulla mia auto, un uomo mi ha puntato addosso una pistola – ha raccontato la ragazza – e poi mi ha fatto salire su un’altra macchina. Ho provato a fare delle domande, ma non mi hanno dato spiegazioni di quei gesti».  Una paura durata una giornata in cui Barbara sarebbe stata trattata bene. Poi domenica sera la liberazione. Decisiva la scelta degli inquirenti di bloccare i patrimoni dei Vergani. La banda, composta con buona probabilità da non professionisti deve aver temuto il peggio e ha deciso di lasciar libera Barbara.  «Mi hanno bendata e fatta salire sull’auto. Poi dopo poco mi hanno fatto scendere e mi ha appogiata ad un albero, raccomandandomi di non muovermi per cinque minuti». La ragazza è stata poi ritrovata da tre anziani che l’hanno assistita.

Nel pomeriggio di lunedì la svolta ulteriore delle indagini dopo che carabinieri e polizia avevano individuato un gruppo di persone, tra le quali una donna come ha raccontato la stessa Barbara, ma mancava il tassello giusto per rendere l’impianto accusatorio schiacciante.  Due gli ideatori e gli organizzatori; gli altri, forse, con il solo compito di prelevare e custodire l’ostaggio.  Scoperto anche il covo dove è stata tenuta la ragazza: è nella zona del Lago d’Orta, non molto lontano dalla casa dei Vergani.
Le indagini si erano concentrate fin da subito intorno all’attività lavorativa e alla zona in cui i Vergani abitano e per le forze dell’ordine il rilascio della ragazza è stata la conferma che l’intuizione era giusta. Resta da capire il movente: da una vendetta di un ex collaboratore di Carlo Vergani a questioni legate ad un familiare. Tutto comunque sembrerebbe ruotare intorno al capo famiglia. "Non ho sospetti – ha commentato Carlo Vergani – in quelle 26 ore nel mio cervello è passato di tutto e l’ho raccontato a polizia e carabinieri".

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Aprile 2007
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