Siccità e caldo: “500 euro di multa a chi spreca l’acqua”

Misura antispreco nel primo paese della provincia che deve fare i conti con le avvisaglie di una nuova emergenza

500 euro di multa per chi spreca l’acqua. E’ la draconiana misura che il sindaco di Daverio Alberto Tognola deciderà domani, in una riunione di giunta dedicata alla prima emergenza idrica dell’anno in provincia di Varese. La siccità è arrivata prima del previsto, due giorni di grande caldo e per alcuni comuni è cominciato il rito dell’emergenza. L’acqua sarà calmierata: la delibera che sarà approvata nei prossimi giorni prevede per ogni persona un consumo massimo di 200 litri al giorno.
Il consumo sarà monitorato con i contatori Aspem, e per chi sgarrerà scatterà una ulteriore verifica. “Se una famiglia ha consumato più acqua per motivi seri chiederemmo un occhio, altrimenti scatterà la sanzione” spiega il primo cittadino.

L’arrivo della crisi prima del previsto è dovuto dalle temperature di questi giorni. Lo stesso sindaco spiega che gli interventi a sostegno dell’acqua erano previsti per fine maggio. Invece, già due giorni fa, un improvviso consumo notturno ha determinato uno svuotamento delle riserve. Piscine? Giardini? Spreco indiscriminato? “Non abbiamo capito la causa” dice Tognola. L’unica cosa certa è il risultato: acqua razionata. Daverio è un caso emblematico per capire cosa stia succedendo in una delle regioni più ricche d’acqua d’Europa. Il paese ha 2.800 abitanti, due pozzi, una rete da ammodernare e un problema di inquinamento. “Il comune ha due pozzi  – raconta Tognola – che fino a qualche anno fa producevano 15 litri di acqua al secondo, oggi invece solo 7 litri al secondo”. La capacità si è dunque dimezzata. Daverio prende a prestito acqua da alcune imprese e anche da altri reti Aspem. Per l’ordinario bastano, per gli aumenti no.

La riduzione della capacità, vuoi la manutenzione, vuoi l’abbassamento delle falde, è insomma il problema principale, che si può affrontare con un consumo più razionale, ma che certo necessita interventi seri. “Oggi abbiamo uno dei due pozzi è a mezzo servizio – sottolinea il sindaco – perché una perdita di carburante da una pompa di benzina ha reso necessario un intervento di depurazione, ogni tanto bisogna fermare l’estrazione e cambiate i filtri, quindi l’acqua a disposizione è di meno”. Un intervento qui, un intervento là come si vede la rete non è al massimo dell’efficienza.
Ma allora perché i politici si sono bloccati e la nuova società pubblica che deve accorpare tutti gli acquedotti della provincia, garantendo grandi investimenti, non viene fatta? “Per fare gli interventi non è necessaria una grande società pubblica dove noi non conteremmo più niente – spiega Tognola difendendo la sua posizione di comune ribelle –  alcune cose si possono fare subito e ci sta già pensando Aspem: nuovi pozzi in provincia, che si finanzieranno con un aumento del 10% delle tariffe, ovvero 4 euro a famiglia annuali”. L’aumento delle tariffe è certo, la realizzazione dell’autorità provinciale e della società che possiede tutti gli acquedotti invece oggetti di uno scontro politico, ma se ne parlerà dopo le elezioni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Aprile 2007
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