Torna a Legnano la Grande Industria

Con l'acquisizione della Pensotti da parte di Fcl si fabbricheranno le richiestissime caldaie insdustriali. E c'è l'accordo con Dolce & Gabbana per gli spazi dell'ex ABB

L’industria elettrotermomeccanica rimette piede a Legnano, sua patria nobile, e lo fa con un investimento da 23 milioni di euro complessivi. Si tratta della cifra che consentirà di far ripartire lo stabilimento dismesso da ABB come centro di produzione di caldaie industriali sotto lo storico marchio Pensotti. È notizia di oggi che Pensotti Idrotermici SpA è stata acquisita al 100% da Fcl (Fabbrica Caldaie Legnano). È lo stesso amministratore unico di Fcl, Marco Tajana, a darne notizia, riferendo che, con la partecipazione del gruppo Sices, già proprietario di Pensotti Idrotermica e amministrato dal presidente di Univa Alberto Ribolla, di due banche i cui nomi sono ancora coperti da riserbo, di Sviluppo Italia ed Euroimpresa, nascerà presto la nuova società Pensotti 1881 – Fabbrica Caldaie Legnano.

Pensotti a Legnano è stata la prima società italiana a produrre caldaie per uso industriale: tramite l’acquisizione di Pensotti Idrotermici e dell’area ABB, attrezzata con carri-ponte di grandi dimensione necessari alla produzione, e con uno snodo ferroviario della linea Milano-Domodossola nelle immediate adiacenze, si intende compiere un’operazione industriale di grande respiro, testimoniata dalla partecipazione di istituti di credito ed enti istituzionali. Lo scopo è quello di trasferire la produzione esistente da Lonate Ceppino a Legnano, in spazi più agevoli anche per i collegamenti e la movimentazione merci, grazie alla ferrovia.

Pensotti Idrotermici, in crescita al ritmo del 50% annuo (il mercato è in piena espansione, le caldaie di questo tipo sono impiegate in prevalenza per gli inceneritori, ma non solo) necessitava dunque di espandersi. L’area ABB è parsa l’occasione giusta, e anche la querelle con Dolce & Gabbana, che ha un grande stabilimento giusto accanto e da tempo puntava sull’area, appare in via di risoluzione. Manca ancora la firma, ma D&G dovrebbe ricevere circa il 35% dell’area interessata (che conta in totale circa 55.000 mq) per espandere i propri magazzini, mentre il resto – l’area con le due campate adiacenti alla ferrovia e i grandi carri-ponte – andrà alla nuova Pensotti. I relativi rogiti potranno essere firmati quando l’Arpa avrà certificato l’avvenuta bonifica del sito, quindi si suppone dopo l’estate.

Chi parte per altri lidi, insomma, e chi torna alle radici: Abb incasserà 12 milioni di euro dai due acquirenti per le aree cedute, mentre la nuova Pensotti, di fatto, è già al lavoro in parte dell’area, in modo da ridurre al minimo i disagi della fase di trasferimento dell’attività. Oltre ai 35 dipendenti già impiegati a Lonate Ceppino, si prevede di assumere il personale ex ABB (una cinquantina sono quelli rimasti) e incrementare col tempo il personale fino a raggiungere entro cinque anni circa 140-150 dipendenti. «Al momento qui c’è qualche difficoltà a trovare saldatori, che si potranno reclutare fra rumeni e ucraini» ammette Tajana: e anche il mercato degli ingegneri appare meno florido di un tempo.

Le prospettive di mercato restano comunque eccellenti. Grazie anche ad una quota (che potrebbe raggiungere i 3 milioni di euro) di finanziamenti sulla base della legge 181/89, oltre che a potenti investimenti con capitali propri dei soci nell’operazione (9 milioni), ad un contributo speciale da 3 milioni di Sviluppo Italia e a finanziamenti da banche (la cifra resante, circa 8 miloni) si copriranno i 23 milioni necessari all’operazione. Oltre agli 8 milioni che andranno ad ABB, con gli investimenti si costruirà una nuova palazzina direttiva da 1000 mq per Pensotti nella Tecnocity legnanese di via XX Settembre, si riadatterà la palazzina di via Boccaccio e si sosterranno ricerca e sviluppo in un settore che si sta aprendo a vastissimi mercati internazionali. «Pensotti ha già ora un portafoglio ordini che copre i prossimi due anni, qualcosa come 50 milioni di euro fra tutto, con ingenti acconti già ricevuti dai clienti» spiega Tajana, «per ora il mercato era al 95% italiano, ma è giunto un grosso ordine anche dall’Iran».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Aprile 2007
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