Via la siepe, resta il baratro: «Mettete in sicurezza la nostra strada»

L'appello degli abitanti di via Rovereto raccolto dal consigliere comunale Porfidio (La Voce della Città): «il Comune provveda prima che qualcuno si faccia male»

Chi passa da via Palermo per immettersi nella famigerata "camera a gas" del sottopassaggio di Via Tasso si trova a scendere sotto il livello della ferrovia. Dall’altro lato rispetto a questa si trova una stradina in condizioni non proprio ottimali con un gruppo di case: è il tratto terminale di via Rovereto (fra Via Redipuglia, prima traversa a destra di via Palermo, e via Tasso), stretto, pericoloso – affacciato com’è alcuni metri sopra via Palermo – e per di più a doppio senso di circolazione. La dozzina circa di residenti dell’area più esposta protestano da tempo per una situazione non più tollerabile, e dopo varie proteste in Comune hanno trovato ora una sponda politica in Audio Porfidio, consigliere comunale del gruppo La Voce della Città, che ha convocato la stampa per verificare la situazione. Il consigliere presenterà a breve un’interrogazione per sapere come l’amministrazione intenda risolvere il problema, visto che oltre che scomodità la situazzone comporta anche qualche rischio.

La stradina, a due passi dalla stazione, è negletta dal Comune e non illuminata; la siepe che un tempo la divideva dalla scarpata che precipita per tre metri verso via Tasso da un lato e via Palermo dall’altro è in gran parte morta, è stata tagliata quasi due anni or sono e non più ripiantumata. «C’è il rischio che qualcuno possa volare giù; è già successo con un ragazzo in motorino, fortuna che si è fermato su un arbusto prima di finire in strada» racconta Fernando Della Torre, che abita all’incrocio con via Tasso. Gli fa eco Riccardo Paletti: «Già quando venne potata la siepe abbiamo scritto una lettera-petizione consegnandola al consigliere Pellegatta. Poi è caduta la Giunta comunale e non se ne è più fatto nulla. A furia di segnalazioni, una settimana fa si è fatto vedere qui l’assessore Lista, promettendo che si provvederà non appena possibile – ma per ora, picche».

Fra la richieste dei residenti, oltre alla messa in sicurezza della scarpata – una staccionata in stile strada di montagna sarebbe l’ideale – spicca la richiesta di illuminare l’area: «Io ho paura la sera, qui, non si vede niente» lamenta una residente. «La sera qui si riuniscono i tossici, sulla scaletta che sale da via Tasso: l’abbiamo segnalato più volte ai vigili, ma alla fine abbiamo dovuto raccogliere noi le siringhe per buttarle» aggiunge un ragazzo del posto. Vi è poi la questione viabilistica: servirebbe uno specchio in modo che chi esce dai cortili possa avvistare quanti percorrono la via, che venendo da via Redipuglia è per metà un autentico "campo di patate" sterrato, stretto fra due edifici e così angusto da "fare le fiancate" ad un Suv. I parcheggi: se ne è ottenuto dopo lunghe insistenze uno per disabili, ma li si vorrebbe "solo per residenti" – le auto dei pendolari, disperati per la mancanza di posti, a volte invadono persino questo tratturo asfaltato, che si tramuta nel letto d’un torrente ogni volta che piove. Meno chiare le idee su un eventuale senso unico, che lascia perplessi gli abitanti di questo tratto di via Rovereto.

Una vicenda piccola piccola, se si vuole, ma emblematica di un angolo di città dimenticato che s’impunta e pesta i piedi per i propri diritti di contribuente: una vicenda che fa il paio con quella, in qualche misura affine, di via Gioberti, stretta fra i lavori ferroviari.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Aprile 2007
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