Hirschman e Falk, la poesia del mondo irrompe a Varese

I due poeti, uno americano, l'altra svedese, compagni nella vita e nell'arte, hanno aperto la sezione poesia di Amor di Libro

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Sembra di entrare in un mondo utopico, passato, irreale. Sotto il tendone di Piazza Monte Grappa, allestito dal Comune di Varese per celebrare la nona edizione di una manifestazione ibrida, ma culturale, si aggirano personaggi pericolosissimi.

Poeti ed amanti dei versi in azione per un totale di sessantotto anime pure si incontrano nella sala nera tra le illustrazioni di una Dattola sempre più incisiva e matura. Sono tutti qui per scoprire quella coppia poetica che da lungo tempo porta in itinere una forma espressiva unica, quella in versi appunto.

Sono Jack Hirschman e Agneta Falk (l’uno americano, l’altra svedese), compagni nella vita e nell’arte, che a Varese sono soliti trascorrere periodi amicali con il gruppo disegnosogno.

E accanto a loro ci sono tutti i varesini che li conoscono, come Sandro Sardella, (cicerone d’altri tempi che li introduce), Claudio Ceranto (che interpreta in italiano Jack), Gisa Legatti (che interpreta in italiano Agneta), Dino Azzalin (che ha messo in piedi questo indimenticabile ciclo), Gaetano Blaiotta e Mario Chiodetti (compagni di sempre nel progetto disegnosogno) e sessantotto spettatori che per due ore scopriranno il senso della poesia in azione.

Sandro Sardella sceglie di svelare pian piano i segreti dei due grandi poeti attraverso ricordi personali. L’emozione che prova è indubbia, non solo perché non riesce a guardare il pubblico, ma anche perché gli si legge sul viso il sentimento più puro del mondo: la soddisfazione di poter offrire a Jack ed Agneta, amici ventennali, un palcoscenico istituzionale.

eravamo infatti abituati ad incontrarli o informalmente o in luoghi più riservati e pubblici, come La Castellanza. Oggi, invece, i due sono accolti all’interno di un’iniziativa del Comune di Varese, sotto un tendone che tra pochi giorni lascerà il testimone al Festival Insubrico.

Quale grande soddisfazione possono provare, quindi, l’organizzatore Dino Azzalin, il relatore Sandro Sardella e quella fantastica donnina che tutti seguiamo da anni nelle sue molteplici attività, Gisa Legatti?

Sardella non vede l’ora di lasciare il posto ai versi in azione di Jack, che, galantuomo d’altri tempi, passa il microfono prima ad Agneta e l’ascolta ad occhi chiusi quando la svedese comincia a sciorinare versi di una musicalità unica in inglese. "It’s not love it’s love" è l’unico libro tradotto in italiano della Falk da quell’editore illuminato che è Multimedia (che è poi la casa della poesia di Salerno). Ed il canto edito si mescola con quello inedito che Agneta e Gisa si passano tra lingua originale e lingua "tradotta". E quando la Legatti, contrita dall’emozione anch’ella, interpreta i versi patri investe il pubblico di compartecipazione unica. L’amore, il non amore, la guerra ed i soprusi di paesi a noi lontani, ma ormai medializzati come Iraq, Afghanistan, le tragedie ed i collassi dell’impero occidentale, il 911.

Sono tutti contenuti attuali, mutuati in una forma armonica che alle volte stupisce per come affondi il coltello della non conoscenza in atrocità inammissibili, ma ormai accettate dal globo terracqueo. E’ proprio la visione di quell’11 settembre ancora avvolto dal mistero indotto, che lascia spazio alla riflessione della poesia: non un giudizio, ma parole affidate ai protagonisti di quel momento così mondiale che preanunciava guerra, guerre, odio, complessità di cui il poeta vorrebbe non farsi carico, ma da cui, purtroppo per lui, non può prescindere.

Lei, lui, lei, lui, lei, lui… Quanti lei e lui quella mattina furono sbalzati dalle Twin Tower? E quando Agneta entra nei suoi propri versi ammette l’incomprensione di questa farsa, che trasforma la vita quotidiana in un’inutile tentativo di viaggio…

E poi il microfono passa a Jack, il grande istrione della beat generation, di cui condanna primariamente la rivoluzione "borghese", fatta di droghe e misticismo orientale, mentre si sente più vicino politicamente e culturalmente ai movimenti radicali afroamericani. ‘Perché’ è il termine più frequente nei suoi testi, pregni di forza politico-poetica, dove si intende la vita attiva personale e non quella pubblica di manipolazione delle masse. Mai nessuno potrà dire di questo grande poeta che ha tentato di fare proseliti. Jack diffonde i suoi "Arcani" con semplicità, non ricercando il consenso, ma fornendo solo un’interpretazione secca, definitiva, mai perentoria, sempre molto adirata. E’ l’ira dell’incomprensione, che viene in ridondanza chiarita da Claudio Ceranto interprete unico e storico delle traduzioni italiane. Volevo che voi lo sapeste, Soglia infinita donano un Jackreading sempre sorridente. Claudio, invece, sottolinea i versi italiani con la sofferenza della comprensione senza accettazione dell’immobilismo. Perché non si può lasciare questo tendone fatto di cultura attiva senza identificare due poesie, blue e 11 settembre, con cui i coniugi hanno intitolato i propri versi diversi.

E come non ricondurre questa serata unica, che ravviva l’aria di Varese, in cui si stagliano le invadenti urla di ragazzini ubriachi che popolano la piazza in cui siamo nascosti, a quella fortuna unica che Jack ebbe, quando alla morte di Hemingway, la Associated Press, pubblicò la lettera del grande maestro al giovane Hirschman.

E come non ricordare le memorie di Jack legate a Pier Paolo Pasolini, nume unico di tutti noi, maestro di tutti i poeti nel segnare versi su carta ed immagini su pellicola di quel mondo che vediamo scolorirsi, di quei paesi che vediamo annientare inermi, inerti, incapaci di urlare ed agire.

È necessario assentarsi per navigare in questi versi e nella libertà della menzogna che Jack denuncia con l’invito "vai e scrivi poesie" quando vivi, quando muori, quando smetti di vivere, quando smetti di morire.
Ci riaggomitoliamo nella poesia in azione che Jack ci ha nuovamente regalato in questo caldo maggio, attendendo i suoi illustri colleghi, Patrikios, Bonnefoy, Lian, Zanzotto che con semplici, ma altisonanti reading, ci riempiranno orecchie, occhi e cuore, ma, soprattutto, ci apriranno la mente alla conoscenza che passa dalla cultura, dal chiedersi perché diversi. Attraverso i versi in azione di una vita non violenta. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Maggio 2007
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