I sinti trasferiti tra Cedrate e Cajello. Solo per un anno

Firmata l'ordinanza di sgombero, i nomadi potranno scegliere due opzioni: casa in affitto o campo in piena campagna

Il Comune di Gallarate ha deciso: i sinti saranno trasferiti in piena campagna, al confine tra i rioni di Cedrate e Cajello, al di là dell’autostrada, quando via Lazzaretto diventa sterrata e l’asfalto lascia spazio ai campi. Una decisone che era nell’aria, forse non nei termini presentati dall’amministrazione comunale, però: infatti la comunità che da anni si è stabilita in via De Magri, ad un passo dal cimitero cittadino, sarà trasferita temporaneamente, fino al termine del giugno 2008. L’area attualmente occupata sarà bonificata e chiusa per evitare altri insediamenti futuri.  

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A presentare il contenuto dell’ordinanza di sgombero il sindaco Nicola Mucci, spalleggiato dagli assessori che hanno seguito la vicenda, Giovanni Roberto Bongini (Servizi Sociali), Aldo Simeoni (Lavori Pubblici) e Paolo Caravati (vice sindaco), oltre al segretario comunale Filippo Ciminelli: «Si conclude un lungo iter, complesso e difficile – ha spiegato Mucci -, per arrivare al dunque ci siamo avvalsi del parere legale dell’avvocato Ercole Romano: abbiamo ricostruito la vicenda, lunga, che affonda le proprie radici negli anni ’70, quando i primi nuclei si insediarono a Gallarate, trascinata fino a noi dalle scelte o non scelte di tante amministrazioni. Nei decenni si sono alternate novità legislative, sentenze del Tar sfavorevoli al Comune che hanno stabilito alcuni diritti dei sinti, primo fra i quali quello ad essere considerati cittadini italiani residenti a Gallarate. Dopo una serie di verifiche sulla situazione attuale, insostenibile data la precaria condizione igienico sanitaria e i problemi di sicurezza che anche l’Asl ha rilevato, oltre ad una serie di violazioni urbanistiche, si è resa necessaria l’ordinanza di sgombero da via De Magri, area assolutamente inadatta ad ospitare un campo nomadi».  

I membri della comunità sinti gallaratese, che conta una quindicina di famiglie per un totale di circa 75 persone (anche se c’è chi dice che nel campo siano circa un centinaio di più ad essere ospitati) dovrà a breve comunicare all’amministrazione comunale quale fra le due ipotesi fornite da Palazzo Borghi sceglieranno: o andare in affitto in appartamenti trovati grazie all’aiuto dell’assessorato ai Servizi Sociali, oppure essere trasferiti nell’area che sarà attrezzata dall’ufficio tecnico del Comune temporaneamente e solo per le famiglie censite: «Verranno fatti i lavori al più presto – prosegue Mucci -, per rendere fruibili l’area, con gli allacci all’acqua e all’energia elettrica: i sinti dovranno pagare una sorta di affitto e le “bollette” per il consumo dei servizi. Chi opterà per la soluzione Cedrate (e, stando a sentire i capo famiglia dei sinti, questi sembrano essere la netta maggioranza se non la totalità di quanti si trovano in via De Magri, ndr), dovrà sottoscrivere un impegno al rispetto della stessa area e delle regole decise dal Comune e accettare la temporaneità della soluzione: non sarà possibile ospitare altri, se non quelli censiti, pena lo sgombero di chi ospitasse estranei e sarà espulso chi si macchia di reati penali».  

I sinti sono stati ricevuti dall’amministrazione comunale mercoledì 27 giugno: a loro è stata comunicata la decisione del Comune in un incontro che Mucci giudica «positivo e gestibile. Non mi aspetto ricorsi legali o scontri a colpi di carte bollate e mi auguro che non si arrivi a soluzioni estreme come sgomberi forzati – continua -. A breve ci devono comunicare le loro decisioni, i lavori nell’area destinata al nuovo campo cominceranno presto: è già stato bloccato l’accesso al sottopassaggio di fianco al centro commerciale Laghi. Il nuovo campo sarà attrezzato con un fondo di materiale inerte e con tutti i servizi necessari. Chiamerò il sindaco di Cavaria (che non commenta, ndr) per comunicare la decisione di Gallarate, ma non credo qualcuno possa lamentarsi: i sinti sono cittadini gallaratesi, da venti anni e più abitano in città, non penso possano creare problemi per uno spostamento di qualche chilometro. I paragoni con altre situazioni come quella dei rom a Milano e provincia mi sembrano forzati. Questo provvedimento era necessario e non avremmo potuto scegliere altre vie».

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Pubblicato il 28 Giugno 2007
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