5000 cartoline per Visco. E il prefetto si fa “postino”
Consegnate a Roberto Aragno le cartoline firmate dagli imprenditori artigiani e destinate al vice ministro delle finanze, contro gli studi di settore
Più di 5000 cartoline da Varese, per raccontare a Visco che gli studi di settore non vanno.
E un “postino” d’eccezione che si è incaricato di portarle personalmente non solo al viceministro delle finanze ma anche al ministro dell’economia e finanze Tommaso Padoa Schioppa.
Questo è il senso dell’ iniziativa che questa mattina ha visto il prefetto Roberto Aragno con i rappresentanti delle associazioni varesine Giorgio Merletti (Associazione Artigiani), Giorgio Angelucci (Uniascom) Franco Colombo (Api) Cesare Lorenzini e Gianni Lucchina (Confesercenti) Gianni Mazzoleni (CNA) Le cinque associazioni varesine unite hanno consegnato ufficialmente allo Stato le cartoline contro gli aumenti derivanti dai nuovi studi di settore. “Una iniziativa che ci vede tutti uniti, e che è partita ancora da più lontano per noi, da piazza Caprinica (cioè la prima manifestazione delle piccole imprese unite del 30 ottobre 2006, ndr)” spiega Giorgio Merletti, presidente di Associazione Artigiani Varese. .
“Una protesta cominciata con la finanziaria dello scorso anno, che serviva per evidenziare come le nuove disposizioni per gli studi di settore rendevano incongrue (cioè non corrispondenti alle analisi che definiscono il guadagno presunto, ndr) il 60% delle aziende” ha spiegato Gianni Mazzoleni segretario di CNA Varese. Una variazione dovuta a meri motivi di bilancio: “Le variazioni agli studi di settore della finanziaria scorsa sono nate dal fatto che si volevano 4 miliardi in più in cassa – ha commentato Giorgio Angelucci, presidente di Uniascom – e il sistema più semplice e “certo” era quello di adeguare gli studi di settore al rialzo. Onestamente non dovrebbero essere pensati con questa logica i tributi”.
Il disagio delle piccole imprese artigiane, commerciali e industriali – pur mitigato da alcuni cambiamenti apportati dalla finanziaria attuale, è reso più evidente dall’unitarietà di intenti, tra associazioni spesso in concorrenza: “è la prima volta che mi trovo davanti tutte queste associazioni insieme – ha commentato infatti il prefetto Roberto Aragno – significa che state esprimendo un disagio collettivo” che ammonta a circa 40mila imprese a Varese: tante sono quelle rappresentate dalla somma degli associati.
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