“A Busto c’è un’emergenza sicurezza”

Audio Porfidio risfodera il suo cavallo di battaglia: l'ordine pubblico

Riceviamo e pubblichiamo

Sulla cronaca di questi ultimi giorni risalta drammaticamente l’emergenza sicurezza nella nostra Città; un problema più volte affrontato nelle sedi istituzionali senza però trovare una soluzione concreta mentre si continua ad assistere impotenti al dilagare di una criminalità senza precedenti.

Il ripetersi di furti, rapine, stupri, lesioni personali nelle proprie abitazioni, per strada o a chi sta compiendo onestamente il proprio lavoro, sta producendo nella gente un senso di paura e di insicurezza tale da far modificare il nostro stile di vita procurando diffidenza verso tutto e tutti. I continui proclami verso la tolleranza zero ed il rispetto della legalità non trovano, purtroppo, riscontro nella realtà; anzi, verifichiamo una escalation di delinquenza da far rabbrividire i più irriducibili ottimisti che hanno finora colpevolmente ignorato ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Che fare? A mio avviso non si sta facendo abbastanza per la sicurezza nella nostra Città; certo, le leggi in questo campo non aiutano a risolvere alla radice il problema, tuttavia le Istituzioni locali possono e debbono dare il loro contributo per la causa comune. Non si può rimanere inerti di fronte ad episodi delinquenziali nei cimiteri dove i congiunti si recano per pregare i propri cari defunti! Non possiamo ignorare episodi di violenza inaudita per le aggressioni subite dai nostri concittadini ad opera di delinquenti comuni o di immigrati irregolari! Perché il comune non installa telecamere nei luoghi particolarmente a rischio nella Città? Le pattuglie della polizia locale sono dislocate nei punti sensibili della Città oppure girano a vuoto con spreco di risorse e senza un coordinamento con le altre forze di Polizia?

Più volte ho sollevato questo problema ma l’attenzione degli Organi politici sembra essere rivolto altrove! Non trovo sensibilità verso questi problemi nemmeno tra coloro che ne hanno fatto (a voce!) un simbolo di lotta sul territorio per tutelare le proprie origini storiche e culturali. A questo punto occorre assumere decisioni drastiche senza tergiversare in discussioni sociologiche e sterili che hanno prodotto finora solo inquietanti interrogativi sul futuro dei nostri figli.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Ottobre 2007
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