Accordo sul welfare primo passo contro il precariato

Assemblea all'aeroporto di Malpensa con i lavoratori del settore terziario in vista del voto sul documento firmato da Governo e sindacati

Tra le quattordici mila assemblee che Cgil, Cisl e Uil stanno svolgendo in Lombardia in vista del voto dei lavoratori I prossimi 8, 9 e 10 ottobre sul protocollo del welfare è arrivato il turno di Malpensa. Susanna Camusso e Corrado Domaneschi sono intervenuti nella riunione organizzata dalle sigle del terziario dello scalo varesino, settore che coinvolge 130 aziende per un totale di circa 3 mila addetti impiegati in imprese di pulizia, vigilanza, guardie giurate, commercio, ristorazione e via dicendo. Un centinaio i lavoratori in sala (di assemblee ne sono già state fatte parecchie anche a Malpensa): giudizi positivi, anche se la parola definitiva verrà data dai dipendenti solo dopo il voto.  

«Quello del terziario è un settore difficile – spiega Susanna Camusso, segretario regionale della Cgil -. L’assemblea è stata molto partecipata, soprattutto considerando che spesso i lavoratori non possono lasciare il posto facilmente e liberamente. Il consenso mi pare sia stato ampio, come per altro ho registrato nelle molte riunioni fatte sul territorio. È un settore dove i lavoratori hanno consapevolezza, hanno capito che possono arrivare ad avere diritti che prima non avevano. Si aprono prospettive per gli ammortizzatori sociali, le indennità di disoccupazione in un settore dove i disagi finora erano quotidiani e i lavoratori tra i più giovani, con contratti interinali e stagionali».

Sulla stessa linea Osvaldo Domaneschi, segretario regionale Cisl Lombardia: «È importante che tanti lavoratori giovani abbiano partecipato – commenta -, hanno colto il contenuto, cosa difficile in questo periodo. L’accordo ha un valore importante, perché cerca di ragionare in un’ottica intergenerazionale, tenendo insieme chi si affaccia nel mondo del lavoro e chi è in pensione. In tutta la regione il consenso mi sembra positivo, mi auguro che i lavoratori partecipino al voto». Soddisfatta anche Lucia Anile, segretaria territoriale della Filcams-Cgil: «Il riscontro è positivo – ha detto -. Il nostro è un settore giovane, proiettato nel futuro, che affronta problemi che altri non hanno. Questo accordo ci offre possibilità nuove, come il riscatto della laurea o l’allargamento degli ammortizzatori sociali a tutte le categorie». 

L’accordo, è stato sottolineato da più parti, non risolve tutti i problemi. Sul piatto resta ancora molto da fare per quanto riguarda il precariato. Di questi giorni sono le notizie delle prime vittorie in tribunale (in primo grado) di alcuni lavoratori reintegrati a tempo indeterminato dopo anni di contratti stagionali o interinali rinnovati all’infinito. Questo protocollo può risolvere almeno in parte il problema? Rispondono i due segretari regionali: «È un primo passo – dice la Camusso -, se riuscissimo ad introdurre regole in questo che abbiamo più volte definito laboratorio del precariato sarebbe già una risposta. C’è ancora tanto da fare: gli stessi lavoratori ci hanno chiesto di battere proprio sul punto del precariato. Lo faremo». «L’accordo Governo-sindacati sul welfare è un segnale forte – ha detto Domaneschi -, ma non può essere la soluzione del problema. Nel terziario soprattutto ci sono ancora troppi contratti a tempo determinato, stagionali e part time. Le sfide sono due: disincentivare attraverso leggi ad hoc l’assunzione di lavoratori con contratti di questo tipo perché costano meno degli altri e lavorare sulla competitività del sistema salariale. In questo il Governo ci deve dare una mano ad aprire una discussione seria e razionale con il mondo economico e imprenditoriale».

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Pubblicato il 04 Ottobre 2007
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