“Chi ha una fede forte non teme il confronto”
Sala gremita a villa Cagnola per il convegno sulla libertà religiosa. Tra gli ospiti il Cardinal Bertone
Libertà religiosa uguale dignità umana. Si potrebbe sintetizzare così l’incontro che questo pomeriggio ha gremito la sala dei convegni di Villa Cagnola a Gazzada. Un dibattito religioso ma anche culturale che ha visto tra i relatori anche il Cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano oltre a Ernesto Galli Della Loggia, editorialista del "Corriere della sera", Samir Khalil Samir, gesuita egiziano docente di storia della cultura araba e islamologia all’Università Saint Joseph di Beirut, monsignor Luigi Stucchi e monsignor Luigi Mistò, docente alla facoltà teologica dell’Italia Settentrionale. «La libertà religiosa è il fondamento di tutte le altre libertà dell’uomo – ha osservato il Cardinale -. Significa apertura, dialogo ma anche possibilità di avere una dimensione pubblica cosa che spesso invece viene negata». Nelle sue parole non è mancato il riferimento alla tolleranza nei confronti di ciò che è diverso ma anche alla necessità di tutelare la religione cristiana. Più di un cenno infatti è stato fatto alla Carta costituzionale europea e al dibattito sul richiamo alle radici giudaico-cristiane dell’Europa: «Garantire la possibilità di professare il proprio culto non vuole dire ignorare le origini e la storia – ha aggiunto Bertone -. Spero che quell’inciso venga ripreso nel nuovo testo del Trattato».
Da una parte la consapevolezza dall’altra il dialogo ma anche una sorta di rimprovero: «Un popolo non teme di confrontarsi con chi è diverso quando possiede una fede forte, un’identità chiara, un nucleo. In questo momento l’Italia, come tutta l’Europa non ce l’ha – ha spiegato il gesuita Samir Khalil Samir -. Non avere una cultura guida fa temere ancora di più i fondamentalismi. L’islam, ad esempio, si confronta con chi è religioso ma non con chi si dimostra privo di valori. Nel suo futuro l’Europa dovrà ricercare la sua cultura, proteggerla, solo così potrà aprirsi veramente agli altri e accrescere la sua ricchezza culturale».
«La nostra civiltà ha maturato con il tempo la disponibilità ad accettare anche religioni diverse – ha aggiunto Ernesto Galli Della Loggia – ma è forse l’unica. Penso quindi che sia necessario sì il dialogo tra le culture ma, dove il dialogo non è possibile, occorre trovare un accordo, un compromesso. Ha ragione chi critica la perdita di una identità forte e comune: è un difetto enorme della civiltà occidentale e mi riferisco in particolare alle nuove generazioni e a quel processo secolare che ha portato gli europei ad allontanarsi sempre di più dalla loro religione».
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