Contro limitazioni ai dehors e blocco auto è rivolta aperta

I due provvedimenti, uno locale l'altro "piovuto" dal Pirellone, incontrano rispettivamente la resistenza di esercenti e clienti e il temporeggiare del sindaco: due facce della stessa medaglia

A Busto Arsizio la parola d’ordine sembra quella di Max Ferrari: "ribellati!". Si ribellano i cittadini e a modo suo si ribella anche il sindaco. I motivi sono differenti, ma si riconducono al rifiuto di normative vissute come imposizioni dall’alto o inopportune intrusioni in abitudini consolidate. Due reazioni tipicamente italiane… a due provvedimenti tipicamente italiani, destinati presto a tardi a entrare nell’elenco delle "gride" di manzoniana memoria da annunciarsi, e non applicarsi. Da un lato abbiamo esercenti e clientela in subbuglio per la recente modifica del regolamento dei dehors, voluta da Audio Porfidio e approvata all’unanimità dal consiglio comunale, che ha costretto alcuni locali a ritirare sedie e tavolini in quanto occupavano alcuni posti auto. Dall’altra il sindaco Gigi Farioli che non firma le dure disposizioni regionali sul blocco invernale delle auto più inquinanti, che lasciano a casa i veicoli euro 0 ed altre tipologie. I veicoli vengono controllati dalla Polizia locale, ma le multe non possono essere elevate fin quando il sindaco non firmerà.

La vicenda dei dehors aveva visto il consiglio comunale compatto approvare la proposta di Porfidio (recatosi in aula nonostante le condizoni di salute precarie), che prevede di vietare l’occupazione con tavoli e sedie di spazi già destinati a parcheggio. Proposta sensata, ma rivelatasi in alcuni casi davvero esiziale per taluni esercizi circondati dall’asfalto. Risultato: alcuni bar hanno dovuto far sparire i dehors, come ad esempio il Campi di largo Giardino, antistante il tribunale, frequentato da giudici, magistrati, avvocati e giornalisti per una dolce pausa. Si potrebbe obiettare che data la stagione declinante, il danno è modesto. Ma gli esercenti e i clienti si sono sentiti presi di mira, con tanto di raccolte di firme e accuse di voler ribadire l’immagine di Busto "città morta"dopo l’orario di lavoro. Il contrasto con la vicina Legnano, al paragone un’autentica Riccione dell’Alto Milanese, era comunque stridente già prima di queste disposizioni –  per ovviare al problema si potrebbero ampliare le zone a traffico limitato. E i parcheggi?

Si torna così alla radice di tutti i mali: l’uso/abuso forzoso dell’automobile, in una città praticamente priva di un sistema di trasporti pubblici all’altezza dei desideri ("milanese", visto che qulla è la pietra di paragone). Non c’è da meravigliarsi se Farioli non intende firmare il provvedimento di blocco degli euro 0 (ed euro 1 diesel) imposto dalla Regione. Spiega lui stesso a Varesenews i motivi che lo inducono a frenare: «Devo valutare attentamente il rapporto costi-benefici» dichiara il primo cittadino. I benefici ambientali ci sarebbero, ma il costo in termini di automobilisti furibondi, costretti a pagare bolli e tasse ma impossibilitati a usare la vecchia auto, sarebbe politicamente alto. «Ad usare le auto più vecchie sono soprattutto persone anziane, che lo fanno per mere ragioni di necessità quotidiana. Potrei anche non firmare (e già ci si può immaginare i conflitti di competenze tra enti locali, ndr), ma se proprio dovrò farlo voglio poter adottare un provvedimento studiato e mirato. Non mi va di sottoscrivere un atto al quale poi dovrebbero essere successivamente applicate delle deroghe individuali, che di solito vanno a chi ha la maggiore possibilità di farsi sentire in Comune» aggiunge Farioli con un delicato eufemismo. «E del resto il provvedimento non può limitarsi ad assumere carattere repressivo e vessatorio: andrà integrato da altri tipi di iniziative». Chi vivrà vedrà.

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Pubblicato il 17 Ottobre 2007
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