Ecco il vaccino contro il cancro all’utero

Il Gardasil, entrato in commercio quest'anno, previene la trasmissione di alcuni papilloma virus responsabili di questo tipo di tumore

Un vaccino per prevenire 4 tipi di papilloma virus (Hpv), nome tecnico dei ceppi responsabili del tumore al collo dell’utero: è questa la nuova frontiera farmaceutica che dal 2007 è disponibile anche in Italia. Non tutti conosconoi papillomavirus: questi virus che si trasmettono per via sessuale e si replicano nelle cellule dell’epidermide infettando diversi tipi di tessuto, sono collegati all’insorgenza di vari tipi di tumore, tra cui quello al collo dell’utero. Esistono circa 120 tipi di papillomavirus, di cui alcuni sono definiti ad alto rischio perché più frequentemente implicati nel carcinoma cervicale, e da anni la ricerca è impegnata per combattere questo tipo di cancro, il secondo tra le cause di mortalità tra i tumori femminili.

Più precisamente, il Gardasil della francese Sanofi Pasteur, il vaccino approvato il 20 settembre 2006 dall’Unione Europea, agisce contro 4 ceppi dell’Hpv: il 6, l’11, il 16 e il 18. Gli ultimi due in particolari sono quelli più frequentemente responsabili delle lesioni cervicali che possono sfociare in un cancro al collo dell’utero. In Italia, come ci spiega Roberto Puricelli, primario di ginecologia, la vaccinazione con il Gardasil sarà gratuita a partire dal 1 gennaio 2009, per una decisione del Governo, per tutte le ragazzine di 12 anni. Il vaccino infatti, agendo su virus trasmissibili sessualmente, ha una profilassi completa nel caso in cui venga effettuato su una persona che non ha ancora avuto rapporti. Questo non vuol dire che chi ha già avuto esperienze non può usufruire del vaccino: l’uso del Gardasil è consigliato infatti a tutte le donne dai 12 ai 26 anni. «Personalmente io lo consiglio a tutte le donne – continua Puricelli -, anche perché il vaccino consiste in un passo avanti rispetto al Pap test, altro esame che va comunque tassativamente fatto». Il Pap test, tuttora raccomandato alle donne in Italia ogni tre anni, era fino alla comparsa del Gardasil l’unico modo per prevenire il carcinoma cervicale: consente infatti di identificare le lesione precancerose e di intervenire prima che evolvano in carcinoma. Oggi, con la nascita del Gardasil, sono due gli strumenti a disposizione delle donne contro questo tipo di cancro. Il vaccino non ha però un effetto terapeutico, ma solo preventivo: per questo va necessariamente affiancato alle politiche di screening del Pap test. «Il Pap test va fatto ogni tre anni per evidenziare se ci sono dei ceppi dell’Hpv – spiega il primario dell’ospedale Del Ponte -: in caso di risposta positiva, si passa ad un test superiore per capire di quali ceppi del virus si tratta. Il Gardasil ha un obiettivo completamente diverso, cioè di prevenzione dei ceppi 6 e 11, responsabili di circa il 90% dei condilomi genitali, e dei 16 e 18, complessivamente associati al 70% di tutti i carcinoma cervicali».

Il Gardasil consiste in un vaccino da somministrare tramite iniezione in tre momenti differenti: dopo la prima dose si aspettano 60 giorni prima della seconda, per poi attendere altri sei mesi per la conclusione del ciclo. Il costo è di 188,5 euro a dose, per un totale di 565,5 euro nel giro di 8 mesi circa. Un prezzo non propriamente economico, e per essere d’aiuto alle donne Puricelli, insieme Pierfrancesco Bolis, primario di ginecologia ed ostetricia, sta studiando l’attivazione di un centro vaccinale e di un ambulatorio di informazione all’ospedale del Ponte: un punto di raccolta per le donne che nascerà dalla collaborazione delle due divisioni, per cercare di avere i vaccini a meno ed essere di supporto, dal punto di vista della conoscenza, per tutte le interessate.

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Pubblicato il 01 Ottobre 2007
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