Gad Lerner: “Insulti antisemiti. In altri paesi non sarebbe possibile”

Il giornalista, conduttore della trasmissione "L'infedele", attaccato con frasi razziste su Radio Padania Libera

La «colpa» del giornalista Gad Lerner, ebreo di origine libanese, è avere sostenuto in tv, durante la trasmissione “L’Infedele” (La7), che molti degli argomenti usati oggi contro gli zingari ricordano la propaganda con cui fu giustificata la persecuzione degli ebrei 70 anni fa. Quanto basta per prendersi una raffica di insulti antisemiti durante la trasmissione «Filo diretto» in onda su Radio Padania Libera e condotta da Leo Siegel.  «Lo vado a prendere in sinagoga per il collo…mi chiedo perché gli ebrei non lo espellano dalla loro comunità…nasone ciarlatano» queste le frasi incriminate.
Lerner, che cosa più la preoccupa di questa situazione?
«La mia preoccupazione è che fenomeni di sottocultura xenofoba, che sono diffusi un po’ ovunque, in Italia non conoscano, come avviene in qualsiasi altro Paese, un livello di sanzione adeguato perché esistono codici di convivenza anche nel linguaggio, che non è mai innocente. Il motivo per cui mi sono deciso a denunciare il fatto è che una trasmissione radiofonica di quel tenore è la dimostrazione che noi non abbiamo un livello di guardia sufficiente contro chi incita all’odio razziale. A differenza di altri paesi che avrebbero proibito una trasmissione del genere».
C’è chi minimizza, ma alcuni fenomeni, come dimostra la recente inchiesta sui neonazisti condotta dalla Procura di Varese, sembrano difficili da sradicare.
«Non bisogna minimizzare, perché il passaggio da un fenomeno di sottocultura diffuso alla teorizzazzione razziale, alla colpevolizzazione e quindi alla violenza sistematica è qualcosa che è già avvenuto in passato».
In altri Paesi ci sarebbe stata una condanna corale da parte dei politici. In Italia no, perché?
«C’è troppa disinvoltura su argomenti così delicati. E una certa politica ha l’abitudine, che ribadisco è tutta italiana, a spararle grosse per avere visibilità e senza pensare alle gravi conseguenze».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Ottobre 2007
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