“Giocare di più all’oratorio per sconfiggere l’obesità”

È l'opinione di Marco Baruffato, ex preparatore atletico del Varese Calcio: serve maggiore collaborazione tra famiglie, scuole ed associazioni sportive

«L’obesità infantile non è una statistica ma una realtà». A parlare è Marco Baruffato (foto), ex preparatore atletico del Varese Calcio, uno che di forma fisica se ne intende particolarmente. L’obesità infantile aumenta, e, secondo gli esperti, una delle cause principali è la vita sedentaria che i bambini del duemila conducono. «Oggi siamo di fronte alla generazione della playstation, i giochi di cortile e l’oratorio sono solo un ricordo» commenta con rammarico Baruffato. La colpa? «Un po’ è sicuramente dell’irresponsabilità dei genitori: fare il padre o la madre spesso è molto difficile per cui, a volte, è più semplice "mollare" i figli davanti ad un televisore. Ma sicuramente la ragione principale è il cambiamento radicale della società negli ultimi anni». Perché nel 2007, in effetti, correre in giro per le strade, giocare nei prati o fare i giochi del tempo dei nostri nonni è praticamente impossibile: non solo per il traffico e le macchine, ma con tutti i crimini di oggi chi si fiderebbe a far giocare il proprio figlio liberamente? Una vita più sedentaria, in cui viene privilegiata la poltrona rispetto ad una sana passeggiata all’aria aperta, ed ecco che il chilo di troppo arriva immediatamente, con tutte le conseguenze psicologiche e mediche del caso.

Ma anche la scuola non è esente da colpe: «In quanto a sport nella scuola siamo ai livelli del terzo mondo: non è possibile che ci siano solo due ore di educazione fisica in tutta la settimana». Far fare sport ai propri figli rimane «un privilegio di chi ha possibilità economiche e tempo libero per accompagnare i bambini avanti e indietro dalle palestre o campi vari». Ci vorrebbe dunque una maggior collaborazione tra famiglie, scuole, oratori «dove ci sono grandi spazi che potrebbero essere usati per farci giocare i più piccoli» e associazioni sportive, per creare insieme dei progetti, come "Progetto Bimbo" del Varese Calcio, che portino i bambini a fare sport nelle ore scolastiche ed extra, andando incontro anche alle necessità dei genitori. Per quanto riguarda la consapevolezza, da parte dei genitori, della tendenza “all’obesità” dei propri figli, secondo Baruffato «Solo il 50% se ne accorge e tenta di correre ai ripari; la restante parte non se ne rende conto». Un problema che trova conferme non solo nel mondo calcistico “varesino”: «Anche il mio amico Vittorio Pincolini – racconta l’ex Varese Calcio -, per anni preparatore atletico del Milan, mi ha detto che moltissimi giovani atleti hanno difficoltà anche solo nel compiere gli esercizi fisici base».

Un problema che però le istituzioni sembra inizino ad affrontare: la  Provincia di Varese, in ambito dell’Accordo di Programma Competitività per i Mondiali 2008, in collaborazione con la Regione Lombardia, la Camera di Commercio e gli Enti locali ha istituito “Cibi in bici”, un progetto di educazione agroalimentare per i piccoli atleti. Un progetto che ha lo scopo di dare delle corrette informazioni nelle scuole sull’alimentazione legata al mondo dello sport, per il quale sono stati stanziati 60 mila euro.

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Pubblicato il 08 Ottobre 2007
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