Golf nel Parco Alto Milanese, ripartono l’iter e le polemiche

A quasi tre anni dallo stop il Comune riannoda il discorso per la creazione di un campo da pitch&putt all'interno del parco. Sdegnate reazioni di Verdi e Rifondazione

Nella giornata di martedì è ripreso con un incontro in Comune l’iter per la creazione di un campo da pitch&putt (golf in formato "ridotto") all’interno dei terreni del Parco Alto Milanese, nell’area oggi agricola antistante il PalaYamamaY di viale Gabardi. L’iniziativa, dopo aspre polemiche da parte ambientalista, approdate a suo tempo anche in televisione (Rete55) e alla radio (Radiorai) era stata stoppata alla fine del 2004. I campi da golf, per quanto belli a vedersi, richiedono cure particolari, consumano molta acqua e introcuono comunque elementi di urbanizzazione nel paesaggio: queste le tesi dei contestatori, che avrebbero peraltro accettato qualsiasi altra localizzazione per la struttura sportiva, purchè fuori dai confini del Parco. Ora si riparte, anche perchè i promotori potrebbero, in caso contrario, chiedere un risarcimento al Comune. A trovarsi faccia a faccia con il vicesindaco Reguzzoni e i tecnici comunali sono stati il presidente della Federazione nazionale Pitch&Putt (che ha sede a Busto Arsizo) Carlo Farioli e altri esponenti del movimento golfistico. Il progetto andrà ridefinito con il Parco Alto Milanese stesso e il Comune: l’obiettivo è quello di farne un campo aperto a tutti.

La reazione di Verdi e Rifondazione Comunista è immediata. I Verdi contestano subito l’intenzione di "riproporre, ostinatamente e contro tutte le regole amministrative, la riapertura del Dossier Golf al Parco Alto Milanese. (…) Il tentativo di ottenere undici ettari di terreno tutelato e pubblico, allo scopo di trarne profitto e risultati (…) particolari, non è solo biasimevole ma vietato dalle leggi vigenti", sostengono. E giù sassate all’indirizzo dei promotori dell’iniziativa; poi dall’invettiva, o dal fuoco a colpo singolo, si passa alla litania o al fuoco a raffica, fustigando il Comune di Busto Arsizio sotto indagine da parte della Corte dei Conti "per un’enorme serie di abusi commessi all’interno degli uffici comunali, proprio negli anni in cui si dava l’autorizzazione all’esproprio di in bene pubblico, tutelato dalle leggi regionali come zona ambientale, dagli stessi amministratori ancora oggi alla guida della città", Gallarate dove si sono "tagliate decine di piante in centro città per fare strade e parcheggi in pieno agosto", la recente polemica in Accam, dove "un ingegnere nucleare, qualificandosi in modo arbitrario per ingegnere ambientale, dice che la raccolta differenziata dell’umido fa male ai cittadini ed alla società che lui presiede"; per finire con l’assenza del sindaco e di un qualsiasi rappresentante del Comune al recente dibattito pubblico sulle mafie. Parole pesanti quelle scritte dai Verdi nel loro comunicato: "Fino a quando le leggi ed i regolamenti verranno ignorati in città? Fino a quando si toglierà alla società civile per favorire gli interessi privati di questa o quella cordata, di questa e quella impresa amica, di quel tale che ha portato il pacchetto di voti? In quanto al golf, inteso come sport, gli impianti non mancano di certo in cinque chilometri da Palazzo Gilardoni. Ci pensi, signor Sindaco".
Anche Antonello Corrado, consigliere comunale per Rifondazione Comunista, annuncia di aver già presentato un’interrogazione in materia e di essere pronto a coinvolgere quanta più gente possibile per bloccare ogni nuovo progetto. Corrado non esita a sua volta a ventilare il rischio di speculazioni edilizie in un’area resa più appetibile proprio dalla presenza di un campo da golf, e gli esempi in giro per l’Italia, sostiene, non mancano.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Ottobre 2007
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