Graglia: “Gli sforzi vengono premiati”

Il presidente dell'Unione Industriali di Varese commenta i dati di "made in Varese 2007" e non molla la presa sulla situazione di Malpensa e sulla necessità di infrastrutture

Dati positivi, in crescita e un panorama sempre più positivo. Le industrie varesine vanno a gonfie vele, e i dati contenuti nell’edizione 2007 di "made in Varese", riferiti al 2005, fanno sorridere anche Michele Graglia, presidente dell’Unione Industriali Varese.  

«Il miglioramento della redditività già nel 2005, prima cioè della ripresa iniziata sul finire del 2006, è la riprova dello sforzo intrapreso dalle imprese, sul fronte dell’innovazione e dell’organizzazione produttiva, per recuperare ulteriormente margini di competitività e mantenere così i mercati – spiega Graglia -. Questo sforzo ha certamente prodotto buoni risultati, perché le nostre imprese, nel 2006 e anche nel primo semestre del 2007, hanno saputo cavalcare l’onda della ripresa mondiale. Si è trattato di un risultato notevole, soprattutto se si considera l’incidenza di quella continua erosione competitiva causata del rapporto di cambio euro/dollaro». Ad accelerare in particolare i settori tradizionali, metalmeccanica e tessile in prima linea: «Direi che i punti di forza sono l’abitudine a mettersi in discussione, a darsi sempre da fare, a non darsi mai per vinti. Poi, il consolidato background, a livello sia di imprese, molte delle quali di terza o di quarta generazione, sia del distretto produttivo varesino. Nel quale sono presenti tantissime specializzazioni produttive in grado di interagire proficuamente tra di loro ed un sostrato di collaboratori aziendali preparati e generalmente muniti di spirito di attaccamento al lavoro e alla propria azienda».  

Restano alcune criticità, a cominciare dalle nubi che si stanno radunando da mesi su Malpensa e sul futuro di Alitalia: «Non si tratta di un problema né varesino, né lombardo, né del Nord Italia, ma dell’intero Paese. Noi pensiamo semplicemente che l’hub italiano debba stare lì dove c’è il mercato e il 70% dei biglietti viene staccato da Bologna in su – spiega il presidente di Univa -. Se Alitalia se ne va depaupera non solo le potenzialità dell’area più sviluppata dell’Italia, ma reca un danno anche a sé stessa. Se decide di rintanarsi a Fiumicino è perché ci saranno altre ragioni diverse da quelle del risanamento della Compagnia. E’ comunque inaccettabile che pochi anni fa si sia deciso di potenziare Malpensa per farne, secondo i piani della mobilità disegnati dall’Unione Europea, l’hub del centro-sud Europa e, oggi, si cambi bandiera. E bandiera si cambierà – aggiunge Graglia -. Non vorrei che la decisione di Alitalia di depotenziare Malpensa faccia pensare che le opere autostradali e ferroviarie decise per migliorare i collegamenti verso questo aeroporto possano essere sospesi. Abbiamo sempre contato su Malpensa per ottenere, finalmente, dopo decenni di trascuratezza, una modernizzazione delle infrastrutture di trasporto considerata, peraltro, necessaria di per sé. Uno studio dell’Università Carlo Cattaneo, realizzato per conto della Camera di Commercio di Milano, ha pronosticato che, senza interventi e tenuto conto della previsione di incremento del traffico su gomma e di quello combinato discendente dai nuovi trafori alpini in territorio elvetico, le tangenziali di Milano collasseranno entro il 2016. Non possiamo più permetterci neanche una settimana di ritardo».

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Pubblicato il 11 Ottobre 2007
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