Il coordinamento della sinistra bustese si presenta

Insieme partiti e associazioni: "È il momento di fare massa critica". Punti qualificanti: lotta al precariato, urbanistica, ambiente, antifascismo

Nato ai primi di settembre dopo qualche mese di gestazione, il coordinamento della sinistra bustese si è presentato giovedì alla stampa locale. Il gruppo include Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi, Sinistra Democratica, UnAltraLombardia, associazione Antonio Gramsci: sigle di partito e associazioni insieme, con la volontà precisa di restare"aperti" ad ulteriori contributi di quanto volessero unirsi, ferma restando la piena indipendenza organizzativa delle singole componenti (siamo ancora lontani dall propospettiva "fusionista" del PD). Antonello Corrado, Cosimo Cerardi, Carlo Ferioli detto Charlie, Ezio Bartolomei e Aldo Altieri: questi i membri del direttivo del coordinamento, con Charlie Ferioli prescelto quale portavoce per quelle che potremmo definire le pubbliche relazioni. Alla conferenza erano presenti tutti meno Altieri, sostituito da Pinuccio Graziani, più Andrea Damin per i Verdi ed Elis Ferracini per l’associazione Gramsci. 

Il coordinamento nasce da un’esigenza condivisa di affrontare insieme alcune questioni, pratiche e di principio, sulle quali c’è comunanza di vedute: dalla tematica del lavoro e del precariato all’urbanistica e all’ambiente, fino alla strenua difesa dell’eredità antifascista. «Quando troviamo l’unanimità su un argomento, come è già accaduto più di una volta, sappiamo di poter contare su Corrado per avere una sponda in consiglio comunale» spiega Ferioli. «La nostra visione è diversa da quella del Partito Democratico, su vari punti. Si veda la Fondazione culturale per i giovani intitolata a Giovanni Blini: anche senza quel che è successo da settembre in avanti, eravamo già contrari al metodo. Un ente calato dall’alto, del quale si sono stabiliti prima le poltrone e la denominazione che non le finalità e gli obiettivi…» Se ne è parlato mercoledì in commissione cultura, ma ne è sortito solo un inutile muro contro muro. E ancora, la questione del progetto immobiliare e di riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II: il centrodestra ha proposto recentemente di spostare il monumento ai caduti in piazza Trento e Trieste (dove, combinazione, avrà sede la fondazione Blini…) in modo da permettere i lavori del contestato autosilo, ma la sinistra non ne vuole sapere. «Questi fino a una settimana fa nemmeno sapevano dove metterlo il monumento. Adesso si svegliano una mattina e via… Non hanno dato seguito a vari atti approvati dal consiglio comunale, dalla sperimentazione dell’asfalto mangiasmog al battesimo civico per i diciottenni con dono di una copia della Costituzione, come potranno mai spostare un monumento?» La sinistra annuncia pertanto che appoggerà il referendum consultivo contro l’autosilo voluto da La Voce della Città.

«Non siamo solo i "signor no"» chiosa Corrado, «che piazza Vittorio Emanuele vada risistemata lo dicono tutti da anni, cos’ha fatto la destra dal 1993 ad oggi? Che servisse un centro per i giovani lo dicevo dal 2002, e ben venga, ma non calato dall’alto e targato politicamente fin dall’inizio». Elis Ferracini rimarca l’importanza della partecipazione e il bisogno di sinistra in città; il segretario PdCI Cerardi dipinge un quadro a tinte fosche di un territorio ostaggio della precarietà del lavoro, dall’economia «decotta», e in cui la sinistra è conscia della propria debolezza politica. «Per questo dobbiamo fare massa critica, non solo a Busto ma in tutto l’Alto Milanese, e parlare in nome della sinistra e della democrazia». Il tema del precariato è ripreso anche da Ezio Bartolomei per Sinistra Democratica e da Ferioli: «La provincia di Varese è stata la prima in Italia in cui le assunzioni a termine hanno superato quelle a tempo indeterminato». Non è un caso, rincara Corrado, denunciando insieme a Graziani un sistema di servizi sociali «figlio delle idee dominanti della destra, che funziona a suon di voucher, di buoni, di convenzioni che tolgono al pubblico per dare ai privati, salvo poi lasciare a terra chi ha i bisogni più elementari, come un tetto sopra la testa». Un altro fronte su cui la nascente sinistra unita promette battaglia.

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Pubblicato il 25 Ottobre 2007
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