Il sindaco agli svizzeri: «Salvateci dalle Poste Italiane»

Dopo le polemiche sui disservizi postali, Candiani scrive al servizio postale svizzero offrendo spazi in città

Le poste svizzere al posto di quelle italiane. Non solo una provocazione, ma una vera e propria richiesta di aiuto. Il sindaco di Tradate, Stefano Candiani, ha scritto una lettera al servizio postale svizzero per offrire un ufficio in città, esasperato dalle continue trattative, finora andate a vuoto, con le Poste italiane per migliorare il servizio.

La querelle tra il sindaco e il servizio postale, già presente sul territorio, va avanti da anni: da una parte l’ufficio postale di Abbiate che non viene potenziato e che invece pare avviarsi verso la chiusura, mentre dall’altra l’ufficio postale di Tradate «che non è all’altezza del servizio, come quando la settimana scorsa sono stati mandati a casa gli utenti perché c’erano altre priorità – spiega il primo cittadino -. Siamo stufi di questa situazione. Abbiamo avuto un incontro nei giorni scorsi con i direttori dei due uffici e abbiamo fatto vedere loro dove potrebbe trovare spazio il nuovo ufficio postale di Abbiate: in uno stabile di proprietà del comune che mettiamo a disposizione anche gratuitamente. Ora ci aspettiamo una controproposta ragionevole».

Da cinque anni prosegue la polemica per l’ufficio di Abbiate, piccolo e di difficile accessibilità. Il timore è quello che il servizio vada verso la chiusura. «Le Poste italiane stanno diventando sempre più banca e sempre meno servizi per gli utenti: solo 10 per cento delle forze umane è per i servizi postali – spiega Candiani -. È ora di cambiare indirizzo, altrimenti sono disponibile ad offrire spazi alle poste svizzere, che godono di una reputazione impeccabile. Il mercato è aperto e quindi competitivo, per questo ho deciso di chiedere ufficialmente aiuto agli svizzeri. La situazione deve cambiare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Ottobre 2007
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