In corsia arrivano i musici per suonare la ninna-nanna
Dopo una sperimentazione nel periodo natalizio del 2006, a partire dal 16 ottobre, ogni martedì fino a fine luglio, il momento della “buona notte” sarà accompagnato dalle melodie di flauti e sonagli e da dolci canzoni e filastrocche
Filastrocche e canzoncine accompagnate da dolci canti e melodie: la “buona notte” ai piccoli ricoverati nella Pediatria dell’ospedale di Saronno da oggi, marteì 16 ottobre, si darà con il progetto “Ninnananna”.
L’iniziativa, che si basa sull’utilizzo della musicoterapia in reparto, si svolgerà ogni martedì (20-21.30) fino alla fine di luglio. L’attuazione del progetto, dopo una positiva sperimentazione nel corso delle festività natalizie del 2006, è promossa dal Comitato per la Tutela del Bambino in Ospedale e sponsorizzata da Danzarte Studio di Saronno.
A far visita ai bimbi, stanza per stanza, saranno i musicoterapisti della Cooperativa sociale C.I.M.A.S. di Rovellasca che con la loro arte daranno un importante contributo in termini di accoglienza a chi sta vivendo un momento delicato e difficile come il ricovero in ospedale. Gli operatori, partendo dall’ascolto dei bambini e del loro stato emotivo, faranno in modo di creare un ambiente rilassato e “coccolante” attraverso l’uso di strumenti musicali come il flauto e piccoli sonagli e l’intonazione di ninnananne, alcune delle quali composte dagli stessi membri della cooperativa.
«L’attività di musicoterapia – spiega il dott. Giovanni Montrasio, primario della Pediatria saronnese – contribuisce ad alleviare gli stati d’ansia e le tensioni connesse alla malattia e all’ospedalizzazione. La musica, infatti, è una delle più antiche forme di comunicazione e conserva tutta la sua immediatezza e ricchezza di significati. Assistere e essere coinvolto nell’ambito di un momento di musicoterapia vuole dire per il bambino rispondere emotivamente e fisiologicamente, come dicono i più recenti studi neuroscientifici in materia, e, divertendosi e distraendosi dal ricovero, allontanarsi dalla sofferenza del trauma o della malattia».
«Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto – aggiunge il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Pietro Zoia – che ancora una volta evidenzia il positivo rapporto che si è instaurato tra ospedale e territorio».
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