L’impronta del segno, il tratto della forma

Una mostra nella chiesa sconsacrata di San Carlo a Castelletto Sopra Ticino

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Corni-Cattaneo 4 di 6

Le volute tardo barocche di una chiesa sconsacrata al culto, la crosta degli intonaci in parte distaccati, il lungo e largo spazio di un unica navata, due artisti Ausilio Cattaneo, Azelio Corni e i loro interventi d’arte.
Una premessa essenziale nell’essenzialità del luogo. Così che l’ampio volume d’aria e le pareti perimetrali della chiesa fanno un tutt’uno con le forme che in contiguità con il luogo realizzano interventi.
Le opere nel loro collocarsi diventano così segni e forme di una nuova sacralità e nel delicato giogo degli equilibri formali plasmano lo spazio, lo riabitano e lo riabilitano a nuovi e possibili culti.
I teleri di Corni si posizionano lungo le scarne pareti e si fanno segno forte e innovativo di più rigorose sacralità. Esplorano, nel loro distendersi lungo le pareti delle antiche lesene uno spazio da sempre abitato e ne rimarcano il valore, lo spirito d’essenzialità e di sacro nel loro forte e potente gesto segnico nel nero.

E dove, all’ingombro di un più definito impasto materico, sfuggono ulteriori segni pittorici che nei loro intrecci modulari mostrano la fragilità di indefiniti mondi. Contenitori, reti, teleri monocromatici che pur nell’imponenza della forma mostrano tutta la loro fragilità e precarietà. Così il minimalismo di Cattaneo ben si contrappone alle pareti tonde o leggermente concave del luogo e intreccia un dialogo in cui i segni delle geometrie rendono menifesto l’evolversi di una capacità di narrazione attorno alle forme, alle forme primarie. Qui ogni azione è più contenuta, meno dirompente, più intima e personale e gli oggetti scultura rimodellano porzioni di spazio, ridefiniscono luoghi e giocano tra pieni e vuoti in un controllato equilibrio formale.

L’intervento dell’operazione messa in atto dai due autori sta nel non aver pensato di competere con un recipiente così carico di simbologie, di memorie, ma nell’aver fatto del luogo, del suo spazio, della sua conformità un ambiente idoneo ad una più definita interrelazione formale. E che l’operazione sia riuscita lo denota il fatto che segni e forme non trasformano il luogo, lo spazio architettonico, semplicemente lo integrano, lo plasmano, lo riammettono in circolo tanto da farlo tornare ad essere luogo e spazio vivo per una raccolta sacralità contemporanea.

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A. Cattaneo – A. Corni
L’impronta del segno, il tratto della forma
Chiesa di San Carlo – Castelletto sopra Ticino (NO)
dal 29/09 al 28/10/2007
Sabato ore 17/19 Domenica 10/12 — 17/19

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Ottobre 2007
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