L’Unione europea si rimette in marcia

Approvato il trattato di riforma dell’UE

Lo scorso weekend, al Consiglio europeo di Lisbona, i capi di Stato e di Governo dei 27 paesi membri dell’UE hanno approvato a notte fonda il nuovo trattato, che darà all’Europa gli strumenti per affrontare le grandi sfide che ha di fronte.

Potremo quindi aspettarci, nell’immediato futuro, un’azione più forte dell’Europa, specialmente in alcune aree di interesse comune, fra cui la liberalizzazione dell’energia e del gas, il sostegno al ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, le misure per coordinare a livello europeo i fenomeni di immigrazione clandestina e l’aiuto allo sviluppo dei Paesi di provenienza, l’introduzione di una sorta di "Ministro degli Esteri" europeo (anche se il nome non sarà questo poiché i paesi più euroscettici hanno preferito mantenere il termine "Alto rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune"), capace di rappresentare l’interesse europeo in maniera univoca sullo scenario internazionale.

Nelle aree di maggior interesse per i cittadini, il nuovo Trattato dà all’Unione maggiore capacità di intervento in aree quali la protezione civile, l’intervento in caso di minacce alla salute pubblica (ricordiamo i casi dell’aviaria o della "mucca pazza"), la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, che ormai hanno dimensioni internazionali, la cooperazione giudiziaria in materia di arresti, di richieste d’asilo politico o di prevenzione del crimine. A Lisbona, è stato portato a compimento il lavoro di revisione del trattato di Nizza, ispirandosi largamente al Trattato costituzionale firmato a Roma tre anni fa. Inserendo nel nuovo trattato gran parte delle innovazioni contenute nel testo del 2004, l’Unione europea compie un passo in avanti verso una maggiore efficacia nel funzionamento delle sue istituzioni e di un più forte carattere democratico, rappresentato soprattutto dai maggiori poteri attribuiti al Parlamento europeo.

A Lisbona si è quindi concluso il più lungo, e forse più complesso, periodo di crisi della costruzione europea, iniziato più di due anni fa con la bocciatura, da parte dei cittadini olandesi e francesi, del Trattato che istituiva una Costituzione per l’Europa. La soluzione è stata trovata sulla base di una serie di compromessi tra i governi, che hanno ripreso in mano le redini del gioco in maniera esclusiva e forse un po’ meno ambiziosa rispetto a qualche anno fa.

Con il Trattato di riforma viene attribuito valore giuridicamente vincolante alla Carta dei Diritti Fondamentali (54 articoli sui diritti dei cittadini europei: libertà, uguaglianza, diritti economici e sociali) che darà ulteriori garanzie ai cittadini e sarà proclamata dal Parlamento europeo il 12 dicembre.

Tuttavia, l’estensione delle clausole di esclusione (opting outs) da parti importanti dei trattati – come la Carta dei Diritti o l’accordo di Schengen sulla libera circolazione, le norme in materia di libertà, sicurezza e giustizia e la politica estera – riservate al Regno Unito, alla Polonia ed all’Irlanda, rende ancora più evidente il progredire dell’integrazione europea verso un sistema a due o più velocità, in cui alcuni paesi avanzano più rapidamente sulla via dell’integrazione, mentre altri preferiscono "restare fuori" da alcuni sviluppi.

Il testo dell’accordo entrerà in vigore molto probabilmente all’inizio del 2009, dopo le ratifiche dei 27 Stati membri, che avverranno quasi ovunque, anche in Italia, attraverso l’approvazione parlamentare

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Ottobre 2007
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