Le “notti dei Mezarat” rivivono nel racconto di Filippo Colombo
"Fatti e misfatti della Valtravaglia", questo il titolo della serata organizzata dallo studioso che è andato a recuperare note di cronaca del 19esimo secolo
Fatti e misfatti della Valtravaglia, o meglio: cosa combinava la gente comune a Porto Valtravaglia e dintorni negli anni a cavallo tra il 1850 e la fine del secolo. Personaggi, spesso in miseria, che vivevano alla giornata riaffiorano dalle cronache dell’epoca e finiscono nel racconto di Filippo Colombo, instancabile organizzatore di tutti gli appuntamenti di Porto Valtravaglia. Cosa succedeva nella Porto dell’ottocento, nelle sue bettole, nelle sue fornaci a ciclo continuo. Chi popolava la notte dei Mezarat? La risposta la troverete in "Fatti e misfatti della Valtravaglia». Questo il titolo della prima serata di storia locale
proposta dalla Biblioteca Civica. L’appuntamento è per sabato 20 ottobre alle
ore 20,45 nella sala consiliare, al primo piano del palazzo comunale.
Dopo aver ascoltato da bambino in
casa e poi dagli anziani di Porto Valtravaglia il ricordo di tante persone e di
tanti fatti e fatterelli, aneddoti, avventure varie, misfatti che avevano
offerto un quadro assai variegato della vita in Valtravaglia, Filippo Colombo
ha iniziato a spulciare fra i documenti più vecchi dell’archivio storico
comunale gli atti relativi al settore “Giustizia” e “Sanità”. Ne è emerso uno
spaccato di vita che meritava di essere portato a conoscenza del pubblico di
oggi che, spesso, si domanda quale sia stata l’origine di un nome o di
soprannome di persone e di luoghi. L’epoca
indagata è quella degli ultimi cinquant’anni del 1800, tra la proclamazione del
Regno d’Italia e l’inizio dell’era industriale.
«Questa ricerca è l’ideale
continuazione ed espansione della precedente dedicata ai due personaggi di
Porto: Angelo Lucchini e Scipione Ronchetti, che risalgono al medesimo periodo
storico, la cui relazione è stata pubblicata sul n. XV di Loci Travaliae. – spiega Colombo – Ora vengono presentati i “personaggi minori”
che, con la loro vita spesso misera, hanno disegnato la storia più genuina di
Porto Valtravaglia. Nel riportare le notizie, si è cercato il più possibile di
utilizzare letteralmente il testo consultato, a scapito della scorrevolezza
della lingua italiana, ma per documentare le esatte parole usate al tempo dei
fatti riferiti».
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